Feriti sul lavoro, gravi in rianimazione 

Al Santa Chiara si spera per Sergio Parisi e Mois Golemi, vittime di due diversi incidenti: a Volano il primo, a Mori il secondo



ROVERETO . Rimangono ricoverati in gravi condizioni nel reparto di rianimazione del Santa Chiara di Trento i due lavoratori ricoverati lunedì per due distinti incidenti sul lavoro. Prognosi riservata per Sergio Parisi, 57 anni, che salito sul tetto della distilleria Giori di Volano, di cui è dipendente da molti anni, per pulire le grondaie dai depositi di fogliame è precipitato sul pavimento interno a causa della rottura di una delle lastre della copertura. Ancora più serie le condizioni di Mois Golemi, il muratore di 52 anni che stava lavorando in una palazzina in costruzione a Mori, in via Terranera, quando è caduto da una scala battendo la testa e finendo nella tromba delle scale, ancora prive di parapetti. Entrambi i feriti sono intubati e sedati, e servirà qualche giorno per valutarne le condizioni. I due casi non paiono imputabili a particolari condizioni di lavoro, quanto a sfortuna o imperizia. Ma il tema della sicurezza sul lavoro riaffiora con forza ogni qual volta che un lavoratore finisce in ospedale. E i dati non sono confortanti, come spiega Mario Cerutti della Cgil, di ritorno da un incontro a Bologna in cui si è parlato anche di sicurezza. «Negli ultimi due anni e mezzo - spiega Cerutti - i dati Inail nazionali mostrano un aumento esponenziale degli infortuni sul lavoro. Non voglio intervenire su questi due casi particolari, che peraltrro sembrano essere estranei a questo genere di logiche, ma mi preme evidenziare come oggi il lavoro sia considerato non più nel suo aspetto culturale, bensì merce, e il lavoratore non più una risorsa, ma un costo, alla pari con altre voci di costi. In una situazione di crisi, è naturale che le aziende, gli imprenditori, stiano molto attenti ai costi e cerchino di ridurli, comprimendoli il più possibile, aumentando i ritmi di produzione e andando a incidere sulle spese per la sicurezza. Si persegue il risparmio su ogni voce, e in un contesto poco sindacalizzato, dove il rapporto di lavoro è spesso gestito dall’imprenditore senza alcuna intermediazione sindacale, si finge di non vedere il problema. Un problema che però emerge nelle sue drammatiche cifre e che vede un forte aumento degli infortuni. Non è un caso» obietta Cerutti. Che conclude: «È anche vero che in un momento storico in cui il lavoro scarseggia, chi lo ha è disposto a lasciar correre anche delle palesi irregolarità pur di mantenersi il posto. È questo il ruolo del sindacato, tutelare il lavoro nel suo aspetto culturale, che comprende anche la sicurezza».

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