Rovereto. Manca l’ufficializzazione ma ormai è certo che Maurizio Cau, quarantenne, roveretano, ricercatore alla Fondazione Bruno Kesller, sarà in corsa per la poltrona da sindaco. Un volto nuovo, espressione della “società civile”, senza tessere di partito in tasca, un nome appoggiato da un movimento trasversale composto da nomi di “peso” della galassia dei Civici e dei Democratici. Il nome di Maurizio Cau, impegnato anche nell’associazionismo e nel mondo giovanile, è maturato nel corso di una serie di incontri spontanei per individuare una persona disposta a mettersi in gioco al di fuori degli accordi di partito che hanno portato (vedi il caso del centrosinistra autonomista, popolare e civico) alla rottura o allo “smarcamento” all’interno di schieramenti (Pd e Civici che nel 2015 hanno sostenuto Francesco Valduga). Un nome (quello di Cau) ed un movimento (quello a suo sostegno che si sta organizzando con ampi consensi) destinati a scompigliare le carte soprattutto nello schieramento pro Valduga anche dopo l’appello per Rovereto 2020 (quello dei “61 firmatari” iniziali) per un nuovo progetto politico. Correrà con una lista sua o con più liste? Intanto oggi si profila un’infuocata assemblea del Pd con il segretario Carlo Fait messo sotto accusa per la sua linea nelle trattative che hanno portato alla scelta di Valduga per il centrosinistra. E anche tra i Civici non tira una bella aria visto che sono parecchi i mugugni per una svolta a sinistra del sindaco eletto nel 2015 anche grazie ai voti del centrodestra. «Percepisco che non tutte le liste che lo appoggiarono ora sono d’accordo per una decisione presa senza concertazione. Chi è uscito - commenta Tito Parisi che ha lasciato Rovereto al Centro - ha dimostrato di essere coerente con l’elettorato quando è stato detto no alla sinistra...»