«Congelati in casa e l’Itea non si muove» 

La denuncia di un’anziana di vicolo Paiari in Santa Maria: infissi vecchi, soffitti alti e la temperatura non arriva a 19 gradi


di Alberto Tomasi


ROVERETO. La mattina verso le otto il termometro segna appena 18 gradi, due ore più tardi non arriva ai 19. Pochi. Soprattutto in queste giornate di autunno inoltrato in cui la temperatura scende volentieri sotto lo zero, e nelle abitazioni il termometro dovrebbe segnare almeno venti gradi. «Rimanere in casa con temperature così basse è impossibile, non si sa più come scaldarsi, ho messo tappeti ovunque e anche para spifferi, ma non c’è nulla da fare. Sembra che il freddo entri da ogni parte». A lamentarsi è Rosetta Rigo, 77 anni, inquilina delle case Itea di vicolo Paiari in Santa Maria. Un appartamentino in quello che una volta era un filatoio. Muri in pietra spessi almeno mezzo metro, ideali in estate per difendersi dal caldo, ma in inverno impossibili da scaldare. Se in più si aggiunge che la casa della signora Rigo è al pianterreno e rivolta verso nord, si spiegano le temperature basse e il clima frigido che regna ovunque. «La caldaia non c’entra, è stata messa nuova un paio di mesi fa, la colpa è soprattutto degli infissi che non isolano come dovrebbero, ma l’Itea non vuole sentire ragioni», protesta la signora. Un’ampia porta in vetri all’ingresso e una portafinestra uguale che dà sul piccolo cortile, non sembrano infatti offrire una grande barriera contro il freddo e, non essendo blindate, neppure contro i malintenzionati, come hanno fatto osservare i carabinieri intervenuti un giorno per un tentativo di scasso al portone del condomino. Così gli inquilini sono costretti ad arrangiarsi come possono. Una vicina di casa, alle prese con gli stessi problemi, ha pensato bene di piazzare un armadio a muro davanti alla finestra, rinunciando però a una buona parte di luce e di aria. Il pavimento in mattonelle, poi, non pone alcun argine al freddo che sale dalle cantine. La situazione, insomma, è quella che si vede di frequente nei condomini: mentre al primo e all’ultimo piano si battono i denti, a quelli intermedi si spalancano le finestre per non morire di caldo. «Questo è sempre stato un appartamento freddo, e l’Itea lo sa perfettamente, fin da quando è stato costruito nel 1992 - esclama la Rigo - basterebbe abbassare il soffitto con il cartongesso e sostituire gli infissi con altri più isolanti, ma sono lavori costosi. Lo scorso maggio, durante un sopralluogo, i tecnici dell’Itea hanno detto che certi lavori, se si vogliono fare, occorre pagarseli. Intanto però io vivo al freddo, nonostante paghi quasi 500 euro al mese di canone» conclude sconsolata la signora Rigo.

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