Coller, eseguita l’autopsia ora Brinis è ai domiciliari 

In Ungheria la magistratura ha chiesto un supplemento d’indagine sul caso Il cacciatore, scarcerato, dovrà rimanere nella sua tenuta fino al 30 dicembre



LAVARONE. È stata eseguita ieri l’autopsia sulla salma di Marco Coller, ucciso da un colpo partito in maniera accidentale dal fucile dell’amico Alberto Brinis mentre si trovavano in Ungheria per una battuta di caccia assieme a un amico di Calceranica, pure cacciatore. La vicenda è seguita da vicino dall’Ambasciata italiana a Budapest, che ieri ha spiegato di aver avuto comunicazione dalle autorità giudiziarie locali che a Brinis sono stati concessi gli arresti domiciliari fino al 30 dicembre. Brinis, che in Ungheria ha una tenuta, aspetterà lì di conoscere la sua sorte. Tuttavia all’Ambasciata valutano in maniera positiva la concessione dei domicliari. «Riteniamo si tratti di un incidente di caccia - ci ha spiegato il funzionario di turno - e che Brinis possa chiarire la propria posizione in tempi inferiori rispetto alla durata degli arresti domiciliari» aggiungono dall’Ambasciata. La magistratura locale ha ordinato un supplemento d’indagine, e per consentire a Brinis di poter attendere la conclusione dell’inchiesta in modo più confortevole gli è stato permesso di raggiungere la propria abitazione, dalla quale però non potrà muoversi fino a quando gli inquirenti non avranno terminato il proprio lavoro. La prassi in Ungheria, spiegano in Ambasciata, prevede che in casi gravi - e di fatto ci troviamo di fronte a un omicidio, seppure con tutta probabilità colposo - vengano svolte delle indagini preliminari di 72 ore durante le quali viene osservato il più assoluto riserbo da parte degli inquirenti impegnati nell’inchiesta e il sospettato viene mantenuto in isolamento. Una situazione inusuale per chi è abituato all’Italia, e di cui si sono dovute fare carico sia la compagna della vittima, Adriana Fellin, vicesindaca di Lavarone, che assieme a Marco Coller conduceva il campeggio Lago di Lavarone, sia la signora Fabiana Brinis, moglie di Alberto.

Oggi Adriana Fellin potrà visitare la salma del compagno, che non aveva potuto finora vedere per la prassi delle 72 ore di “congelamento” previste dal codice di procedura penale ungherese. Per tre giorni Alberto Brinis era stato tenuto recluso, in stato di fermo, alla Questura di Totabanya, circa 60 chilometri a nord-ovest di Budapest. Nella prima ricostruzione, pare che Brinis stesse scendendo la ripida scala di un’altana, seguito da Coller. Brinis sarebbe scivolato su uno degli ultimi gradini, facendo così sbattere il fucile dal quale sarebbe partito lo sparo accidentale che ha ucciso Coller, colpito in pieno petto.

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