LA TUTELA DELLE FASCE DEBOLI 

«Cambiare vita è possibile sono persone molto sole»

ROVERETO. Non si può certo dire che lo Stato aiuti i Comuni nella lotta al gioco d’azzardo (del resto, una parte di ogni giocata finisce all’erario), ma un primo senale c’è stato a ottobre, con il...



ROVERETO. Non si può certo dire che lo Stato aiuti i Comuni nella lotta al gioco d’azzardo (del resto, una parte di ogni giocata finisce all’erario), ma un primo senale c’è stato a ottobre, con il raddoppio della cosiddetta “tassa sulla fortuna”, portata dal 6% al 12% sulle vincite che eccedono i 500 euro. Non è molto, ma ciò che i Comuni possono fare è ancora meno «Rovereto ha introdotto nel 2012 il regolamento che vieta la collocazione di slot e sale giochi nei pressi di scuole e luoghi frequentati da bambini e studenti» spiega l’assessore Mauro Previdi. «A questa forma di tutela delle fasce deboli, che non è sufficiente ma nemmeno ininfluente, abbiamo tentato di proporre degli sconti sulle tasse comunali». Era infatti passata una mozione che assegnava agli esercenti che rinunciano alle slot uno sconto del 50% sulla quota fissa della tassa sui rifiuti. Risultato: un solo esercente si è interessato. Ma poi deve aver concluso che non gli conveniva. «Si dice che con il guadagno di tre slot ci si paghi l’affitto per un anno - commenta Previdi -. Forse è un calcolo esagerato, ma non c’è dubbio che l’introito delle slot dia un forte sostegno a un’attività commerciale. Purtroppo tanti roveretani si sono rovinate col gioco. Dobbiamo fare di più, ma non è facile». Graziano Manica da anni si occupa del Credito solidale della Caritas: «Abbiamo a Rovereto 12 persone seguite da un amministratore di sostegno. Io di persona ne seguo tre. Assieme ad altre realtà, come il gruppo Auto mutuo aiuto (Ama) e il servizio psicologico dell’Azienda sanitaria, cerchiamo di arginare il fenomeno. E devo dire che qualche volta funziona. Mi è capitato di assistere ad almeno tre persone ludopatiche che hanno cambiato vita. È un percorso difficile, ma qualcuno ce la fa. La gestione congiunta dei soldi è importante, ma lo è altrettanto l’avviamento al volontariato. Non è gente che spera in una botta di fortuna, ma che soffre di un’infinita solitudine. Che cerca di riempire col gioco». (gi.l.)













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