«Ai Lavini un parco faunistico, con cervi linci, lupi e camosci» 

Andrea Frapporti lancia l’idea: sarebbe perfetto nell’area tra i laghetti ed il futuro campo da golf, lungo la statale



ROVERETO. «Visto che si sta parlando di come rilanciare, anche in chiave turistica, i Lavini di Marco mi permetto di suggerire un’idea dal costo molto contenuto ma che credo potrebbe risultare vincente e perfettamente integrata nel contesto dei Lavini: realizzare un parco faunistico. Per dare a tutti, muovendosi per sentieri all’interno di un’area che è già ora naturalisticamente molto interessante, la possibilità di vedere gli animali più noti che popolano le nostre montagne».

A lanciare l’idea è Andrea Frapporti: uno che gli animali è abituato ad andarseli e trovare e guardare dove vivono, ma che si rende anche conto che non tutti possono avere la stessa passione e la stessa fortuna.

«Attorno ai laghetti, che in un modo o nell’altro qualsiasi progetto di rilancio dell’area non potrà che ripristinare deviando lì l’acqua che scende dallo Zugna, resta un’area di qualche chilometro quadrato già oggi circondata da un percorso di 4 o 5 chilometri ad anello. I laghetti diventeranno naturalmente luogo di attrazione per moltissimi uccelli, sia stanziali che di passo, e sono già attrezzati anche con le torri per poterli osservare senza eccessivo disturbo. Poi c’è tutta una porzione di bosco con emergenze di rocce che sembra fatta apposta per creare alcuni recinti dove introdurre gli animali simbolo della nostra fauna. Immagino almeno un recinto con i lupi, uno con una coppia di linci ed uno più ampio con gli ungulati: cervo, capriolo, camoscio, muflone. Ma volendo c’è lo spazio anche per crearne di più. Gli animali vivrebbero in condizioni di semilibertà e tutti potrebbero vederli nel loro ambiente. Credo che questo avrebbe un valore enorme sia dal punto di vista turistico, perché permetterebbe di realizzare una passeggiata nella natura, ammirando specie che mai o quasi mai il cittadino riesce a vedere, che dal punto di vista educativo, perché conoscere la natura è un passo fondamentale per rispettare sia l’ambiente che gli animali stessi. Il costo è quello di realizzazione dei recinti e poi di gestione del parco faunistico, ma penso che se si crea qualche posto di lavoro non è certo un male. Vicino a quella che è urbanisticamente destinata a diventare l’area ricettiva dei Lavini, la zona ex Aragno, il parco sfrutterebbe una porzione di territorio compresa tra il golf e la statale, e quindi difficilmente valorizzabile e si gioverebbe di parcheggi e facilità di accesso. Penso a una struttura simile a quella di Spormaggiore, se si vuole un paragone: in Vallagarina starebbe benissimo». (l.m)













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