Virus, crescono i contagiati e l’ospedale sposta reparti 

L’emergenza Covid-19. Il nuovo conteggio parla di 13 persone ad Arco, due casi a Dro 1 a Riva e 1 a Ledro. All’esterno del nosocomio allestite le nuove tende per gli operatori del 118


Nicola Filippi


Arco. «L’emergenza Covid-19 sta aumentando sempre più, di ora in ora», ammette il direttore dell’ospedale di Arco, Luca Fabbri, mentre coordina gli spostamenti all’interno della struttura per accogliere i nuovi contagiati. Purtroppo, la curva dei contagi continua ad alzarsi, ogni giorno che passa. Ieri pomeriggio, nella consueta conferenza stampa a Trento, l’assessore Segnana, con il presidente Fugatti, ha dato il triste annuncio. Alle 12 di ieri i contagiati ad Arco erano 13, due casi a Dro (di cui uno nuovo a Ceniga) e solo un caso a Riva e uno a Ledro.

L’ospedale di Arco si sta attrezzando al meglio per gestire la situazione, in continua evoluzione. «Al momento abbiamo liberato il reparto di pneumologia, al quinto piano, che noi chiamano “Covid”, dove ricoverare i pazienti positivi per questa malattia. Questa zona Covid l’abbiamo allargata prendendo anche i locali che ospitavano il Day hospital oncologico, trasferendo il Dh oncologico al terzo piano, in modo tale da non creare una commistione con i pazienti immunodepressi. In questo modo aumentano la disponibilità di letti dagli iniziali 24 agli attuali 36 posti. Se la situazione peggiorerà ci stiamo preparando per accogliere pazienti Covid positivi anche nel reparto di chirurgia, al terzo livello, perché abbiamo sospeso l’attività chirurgica programmata. Se dovesse peggiorare ulteriormente allestiremo al quarto piano una ventina di posti letto. Fra terzo e quarto piano, insomma, in tutto, avremo 40 posti letto in più per pazienti positivi al Covid-19. Mentre la medicina la riserviamo a tutti i pazienti non covid».

All’esterno del pronto soccorso sono state allestite, a fianco dei garage delle ambulanze di Trentino emergenza 118, due tende bianco-arancioni. «Sono due postazioni che servono per la vestizione e la svestizione degli operatori del 118 quando hanno trasportato un paziente sospetto - spiega ancora Fabbri - l’altra struttura serve per la sanificazione dell’automezzo, in un ambiente protetto e più consono per le attività».

Il triage preliminare? «Avviene all’interno del pronto soccorso. Abbiamo collocato una postazione della Croce Rossa, nella zona filtro, fra entrata e sala d’aspetto del pronto soccorso. La tenda davanti all’ingresso è stata allestita dalla Protezione civile, ma al momento non la stiamo utilizzando perché troviamo più efficiente aver messo due operatori nella sala all’ingresso dell’ospedale che filtrano tutti i visitatori che entrano in ospedale per altre ragioni. Soluzione alcolica per tutti e mascherina se necessario».

La situazione è sotto controllo, chiediamo? «Adesso riusciamo a gestire la situazione con le risorse che abbiamo». Ma all’interno della casa di cura Eremo e nello stesso ospedale gli operatori sanitari segnalano situazioni di stress elevato e forte preoccupazione. «Pur nella difficoltà, lo spirito di tutti i medici e infermieri è molto collaborativo - conclude Fabbri -, perché tutti si prestano volontariamente a fare assistenza a pazienti e partecipare alla turnistica dei vari reparti».

Sulla situazione delle due case di cura Eremo e Regina è stato fatto il punto in conferenza stampa a Trento. Per l’Eremo, che conta vari contagi, è stato richiesto di non dimettere i pazienti in cura nella struttura, ma mantenerli all’interno. Un’équipe medica scesa da Trento nella notte ha sottoposto 11 operatori sanitari e una decina di pazienti al tampone.

Idem anche all’interno del Regina, struttura che conta meno contagi. Ma anche in questo caso sono stati effettuati tamponi sui dipendenti.













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