Videosorveglianza a rilento revocata la delega ad Apm 

Nuovo scontro. La giunta ha congelato il progetto di telecamere che doveva essere pronto a fine mese. Grazioli: «Ritardo per ritardo, vale la pena attendere il nuovo amministratore»


MATTEO CASSOL


Riv. Dopo il precedente sulla riapertura della piscina “Enrico Meroni”, lo scontro istituzionale tra la nuova amministrazione comunale e la società partecipata Apm si arricchisce di un nuovo episodio: nella seduta di ieri, la Giunta ha disposto la revoca della delega concessa ad Altogarda Parcheggi e Mobilità per la realizzazione del sistema di videosorveglianza per conto della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro, che prevede il posizionamento di una serie di telecamere (una quarantina) poste sulle direttrici principali e in snodi significativi del territorio dell’ex C9 (una quindicina i punti individuati) per garantire un “controllo attivo” e immediato dei flussi di traffico. L'intervento, come accennato, risulta essere in capo alla Comunità Alto Garda e Ledro, che però tramite la Conferenza dei sindaci ha chiesto che a occuparsene fosse il Comune di Riva, intenzionato a provvedere mediante la propria società “in house” Apm (partecipata al 100% dall’ente pubblico rivano).

«Per realizzare gli interventi – spiega l’assessore alla viabilità e alla sicurezza Luca Grazioli – la precedente Giunta aveva istituito una delega amministrativa ad Apm. Dopo vari incontri e richieste di aggiornamenti sulla situazione, oggi il Comune è in possesso solo del progetto esecutivo, tra l'altro da approfondire nei dettagli, e quindi siamo ben lontani dai tempi stabiliti all'atto di delega, che prevedeva la fine dell'intervento e quindi della posa in opera della videosorveglianza su tutto il territorio dell'Alto Garda e Ledro entro il 31 dicembre 2020. Purtroppo questo ritardo ci impone come Comune di revocare la delega ad Apm». Per l’assessore il ritardo non è motivato né accettabile: «Le motivazioni di Apm, cioè la necessità di integrazione del sistema locale con il sistema provinciale, che a dire il vero è ancora in alto mare, oltre all'opportunità di contenere i costi e alla pandemia, non appaiono condivisibili e tali da giustificare l’ulteriore proroga di sei mesi che è stata richieste e che, è scontato, non sarà sufficiente. L’amministrazione comunale nel frattempo sottoporrà a un’attenta valutazione il progetto esecutivo di videosorveglianza, e nei giorni immediatamente successivi alla nomina del nuovo amministratore unico di Apm darà nuovamente l’incarico alla società. Questo perché deve essere chiaro che le scadenze si devono rispettare, soprattutto su questo tema, che sta a cuore di tutti i sindaci dell'Alto Garda e Ledro, i quali in questi anni in più occasioni avevano sollecitato con forza l'avanzamento dei lavori e l'avvio della videosorveglianza».

Nel mirino c’è lo storico amministratore unico Pierluigi Bagozzi, il cui terzo (e ultimo possibile) mandato è comunque in scadenza a primavera: «Ritardo per ritardo – argomenta Grazioli – tanto vale attendere la nomina di una persona di fiducia della nuova amministrazione a cui affidare l’intervento. Questione di qualche mese, ma serve un manager capace, considerando tutti i delicati settori gestiti da Apm».













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