«Turismo, stagionali: diritti calpestati» 

Carotta e Caramelle: «Giorni di riposo, ferie e straordinari: violazioni continue Troppi “contratti pirata”, le associazioni di categoria devono prendere posizione»


di Gianfranco Piccoli


ALTO GARDA. Una diffusa e preoccupante “amnesia” sugli elementari diritti dei lavoratori stagionali del turismo: riposo settimanale, ferie, pagamento delle ore straordinarie. È la dura denuncia della Filcams Cgil, che non a caso ha fatto partire da Riva del Garda, locomotiva del turismo trentino con 1,5 milioni di presenze annue, la campagna informativa “I diritti non vanno in vacanza”.

Proprio l’immagine del lungolago di Riva fa da sfondo anche alla locandina che pubblicizza la campagna: «Ma il problema, per altro non nuovo – spiegano i sindacalisti Mirko Carotta e Roland Caramelle durante il presidio allestito ieri in viale Rovereto – riguarda tutta l’industria turistica trentina, non solo l’Alto Garda». Un problema talmente vasto, spiegano i rappresentanti sindacali, che le situazioni virtuose rappresentano l’eccezione e non – come ci si aspetterebbe - la norma.

«Una situazione tipo? - spiega Carotta -Ti chiamano proponendoti un contratto da 1.400 euro netti al mese. “Buon stipendio”, potrebbe pensare qualcuno. Poi arriva la busta paga e si scopre che in quei 1.400 euro ci sono tredicesima, quattordicesima, Tfr e straordinari compresi. Di giorno di riposo spesso non se ne parla e chi si lamenta e pretende il rispetto dei diritti base l’anno successivo viene messo alla porta dal datore di lavoro». Tanti quelli che si lamentano a fine stagione, ancora pochi quelli che denunciano, motivo per cui la Cgil fa appello ai lavoratori perché si crei una diffusa coscienza del rispetto dei diritti.

Ci sono poi situazioni limite, come quella di un hotel di Riva del Garda – spiega Carotta - dove il datore di lavoro trattiene indebitamente una parte della paga e la liquida solo a fine stagione, «per paura che i lavoratori lo lascino durante l’estate. E chi lo fa perde i soldi».

A preoccupare – aggiungono Carotta e Caramelle - è poi la diffusione dei cosiddetti contratti “pirata”, sottoscritti da sconosciute sigle sindacali e controfirmati da altrettante sconosciute associazioni di categoria, create ad hoc. Manco a dirlo, i parametri previsti sono ben al di sotto dei contratti nazionali. Per non parlare – continuano gli esponenti della Filcams Cgil - della proliferazione delle agenzie e delle cooperative che di fatto esternalizzano soprattutto servizi di pulizia o di sala, proponendo contratti ben al di sotto di quelli in vigore: «Una situazione – hanno detto i sindacalisti – che sta sollevando problemi anche fra gli stessi operatori, visto che si creano situazioni di concorrenza sleale».

«Le associazioni di categoria – continuano – devono assumersi delle responsabilità, anche alla luce dei cospicui aiuti che il settore ha ricevuto e riceve dalla Provincia. Si deve cominciare a parlare di una contrattazione di secondo livello provinciale, per dare dignità ad un settore che non può essere solo un ripiego per molti lavoratori. La stagionalità va ridotta e i mesi “morti” possono essere utilizzati per la formazione permanente degli addetti. Il turismo – concludono l’analisi Roland Caramelle e Mirko Carotta – non può essere inteso solo come mera fonte di arricchimento per gli imprenditori, ma come opportunità per tutte le parti».

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