Sindaco e vice in visita all’Apsp di Riva

Riva. Ieri c’è stato un incontro tra i vertici dell’Apsp Città di Riva e le massime esponenti dell’amministrazione comunale rivana, il sindaco Cristina Santi e la sua vice Silvia Betta, delegata alle...



Riva. Ieri c’è stato un incontro tra i vertici dell’Apsp Città di Riva e le massime esponenti dell’amministrazione comunale rivana, il sindaco Cristina Santi e la sua vice Silvia Betta, delegata alle politiche sanitarie. Sono emerse preoccupazioni per la situazione finanziaria dell’ente, oltre che per l’eventuale chiusura alle visite esterne, che alla luce delle nuove disposizioni pare imminenti.

«Da parte di sindaco e vicesindaco – spiega il presidente Lucio Matteotti – c’è stata disponibilità ad affrontare insieme interloquendo con la Provincia e con l’Azienda sanitaria le problematiche economico-finanziarie, ma anche il pericolo che venga meno il livello e la qualità dei servizi alla terza età sul territorio. Viste tutte le sue attività, l’Apsp un’azienda pubblica di quasi 5 milioni di fatturato all’anno e più di 110 dipendenti. L’impegno con il Comune è quello di tenersi costantemente in contatto, informati reciprocamente, per far fronte insieme all’imprevedibilità. Viste le nuove disposizioni del dpcm c’è nell’aria anche il pericolo che si chiudano le visite: al riguardo c’è molta preoccupazione».

«All’Apsp – commenta da parte sua Santi – stanno facendo un grandissimo lavoro. Attualmente sono liberi da Covid, quindi è una notizia buona, però hanno una riduzione del 25% dei posti letto, con le camere passate da 3-4 a 2 persone l’una, e questo potrà verosimilmente creare problemi per il bilancio, considerando che al contempo sono aumentati sensibilmente i costi per far fronte alla situazione sanitaria. Attualmente sono ancora libere le visite dall’esterno, ma ci aspettiamo che tra qualche giorno dovranno chiudere, nonostante il sistema attuale sia sicuro. Faremo nostre sicuramente le istanze delle necessità economica evidenziate, perché la struttura è di alto valore per noi, considerando poi che tra due anni ci sarà un’ala in più con nuovi posti letto e vogliamo tutelare i posti di lavoro. La Provincia (in primis, ma anche il Comune) dovrà fare la propria parte». M.CASS.















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