Riva, “minacciata” la sindaca Santi: scatta la denuncia alla Polizia

Sul portone del municipio è stato attaccato un cartello con una sorta di intimidazione: il sospetto è che sia legata alla recente ordinanza contro il consumo di cibo e bevande all’aperto. La solidarietà della giunta: “Un fatto grave e inquietante, l’ordinanza è stata adottata da tutti i Comuni”


Gianluca Marcolini


RIVA DEL GARDA. Che la pazienza sia agli sgoccioli è comprensibile, la pandemia ci sta costringendo a raschiare il fondo del barile delle nostre energie psicofisiche, soprattutto chi è costretto ad aggiungere alla crisi sanitaria anche quella economica e occupazionale, situazione che purtroppo è più diffusa di quanto si possa pensare. Nulla, però, giustifica il superamento del confine del rispetto della persona e delle istituzioni. 

La sindaca di Riva del Garda Cristina Santi, nella mattinata di sabato 20 marzo, ha trovato attaccato alla porta del municipio un messaggio, diretto alla sua persona, contenente una sorta di intimidazione, tra l’altro neppure troppo chiara, che ha inevitabilmente inquietato la prima cittadina e messo in allarme il resto della giunta comunale. Il pensiero è che a muovere la mano ignota sia stato il risentimento per la situazione che si è venuta a creare per colpa della pandemia; l’atto viene collegato alla recente decisione della sindaca di firmare, assieme a tutti i sindaci dell’Alto Garda, l’ordinanza che vieta il consumo di cibo e bevande all’aperto

La denuncia al Commissariato di Polizia di Riva ha fatto scattare le indagini che si concentreranno anche sui filmati delle telecamere che tengono monitorata la zona intorno al municipio e che sono stati forniti dall’amministrazione comunale agli uomini del Commissariato. 

Nel frattempo, la giunta municipale ha voluto esprimere vicinanza e solidarietà al proprio sindaco. “Per prima cosa vogliamo esprimere al sindaco solidarietà e vicinanza -spiegano gli assessori- per un fatto grave e inquietante, oltre che privo di senso, dato che l’ordinanza in questione è stata adottata da tutti i Comuni dell’Alto Garda, in modo congiunto e su iniziativa delle associazioni di categoria, ristoratori, commercianti e pubblici esercizi, a fronte di una situazione in cui qualche esercizio non faceva rispettare ai propri clienti le norme di comportamento, peraltro già stabilite dal dpcm, causando assembramenti e quindi un potenziale rischio in termini di crescita del contagio”.

“Capiamo la stanchezza e, per alcuni anche l’esasperazione -aggiungono gli assessori- a fronte di una situazione molto pesante che si trascina ormai da oltre un anno, ma vogliamo anche rammentare che il contagio anche nel nostro territorio sta crescendo in modo preoccupante, quindi le restrizioni sono dovute e inevitabili, in quanto rappresentano l’unico strumento che abbiamo a disposizione per far fronte a una simile emergenza. Abbiamo fatto tanto, tutti assieme, per combattere questo virus, ora manca ancora un tratto di strada e non possiamo tirarci indietro. Non è certamente questo il modo di esprimere insofferenza creando un clima d’odio e di tensione. Solo uniti si può uscire da questo dramma”.













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