Nuova ferrovia Rovereto-Riva: la politica si divide sul progetto 

Le parole di Fraccaro e Fugatti. La promessa dell’investimento da 400 milioni entusiasma Malfer (Comunità),  «una boutade» per l’assessore Zanoni. Perplesso Matteotti (M5S). Santi (Lega): «Aspettiamo da 60 anni la Loppio-Busa»


MATTEO CASSOL


Alto garda. Amministratori e candidati sindaci rivani reagiscono in modi assai diversi alla promessa di investimenti (400 milioni) da Roma sul collegamento ferroviario con Rovereto, che, come riferito ieri in cronaca di Trento, il ministro Fraccaro e il presidente della Provincia Fugatti hanno definito «opera strategica». Per il presidente della Comunità Alto Garda e Ledro Mauro Malfer «il coinvolgimento della Provincia e del Governo dimostra che con il piano della mobilità abbiamo lavorato bene». Per l’assessore comunale competente Alessio Zanoni invece «la Provincia è in stato confusionale, si muove in maniera strabica e la cosa sa tanto di boutade pre-elettorale». Nel mezzo, le posizioni dei candidati dei partiti più direttamente coinvolti, Andrea Matteotti (5 Stelle come il ministro) e Cristina Santi (leghista come il governatore).

«Forse allora – dice con ironia Malfer, che oltre a presiedere l’ex C9 è candidato sindaco del polo civico-territoriale centrista – i ragionamenti fatti sul collegamento ferroviario non sono sbagliati. Se il ministro dice che la ferrovia è uno dei principali obiettivi, vuol dire che come Comunità e come territorio avevamo inteso giusto quando dicevamo che quello era il futuro della mobilità sostenibile. Arrivare al Cretaccio in treno con le merci oltre che con i passeggeri vorrebbe dire portar via almeno 20 mila camion all’anno dalle strade. Dopodiché se ci sarà la possibilità di un collegamento funzionale con il Garda per attingere a contributi europei, ben venga. Intanto è in corso uno studio di fattibilità affidato dalla Provincia per arrivare a Riva: in che termini si vedrà. Di certo l’idea c’è ed è forte. Da amministratore ho consolidato questa opzione, contenuta nel piano stralcio. Me lo si riconosca».

«Non c’è – argomenta da parte sua Zanoni (Pd) – un ordine nelle cose. La Provincia ha appena approvato il piano della mobilità, che prevede il treno a scartamento normale da Monaco direttamente al lago. A novembre invece con Rfi avevano parlato di un trenino a scartamento ridotto da Rovereto, dunque in totale contrasto con il piano della mobilità (oltre che con la nostra idea di arrivare al Cretaccio). Adesso si parla di un possibile finanziamento ma senza dire che vogliono fare. In concreto l’unica cosa che la Provincia ha inserito nel “Pup” è il collegamento stradale con la Valdastico. Allora è vero entusiasmo per il treno o è cavalcare il tema per effimeri fini elettorali? Tra l’altro 400 milioni per una nuova tratta ferroviaria di 15 chilometri purtroppo sono bruscolini».

«Sono ben felice – spiega Matteotti – di un finanziamento così ingente e del fatto che si sia deciso finalmente di puntare sulla ferrovia. Però perché stiamo spendendo adesso 100 milioni di euro per il tunnel stradale? Per fare un doppione? Bisogna avere il coraggio di fare una scelta sul tipo di mobilità da adottare. La seconda perplessità è sul come fare la ferrovia. Servono un serio studio indipendente e un vero percorso partecipativo».

Professione di realismo, infine, da parte di Santi: «Ogni soluzione che favorisca la riduzione del traffico, la mobilità sostenibile e la salvaguardia dell'ambiente è ben accetta. Bisognerà poi vedere modi e tempi. Non dimentichiamoci che aspettiamo il collegamento stradale Loppio-Busa da 60 anni».













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