«La montagna è fragile, un rischio le gallerie» 

La battaglia. Il Comitato Riva Verde si scaglia contro il progetto della nuova mobilità  che prevede di perforare il monte Brione: «Siamo preoccupati, ci affideremo a un geologo»



Riva. Si dicono preoccupati, e non potrebbe essere altrimenti visti gli ultimi episodi che hanno interessato il Brione, la montagna fra Riva, Arco e Torbole, che sovrasta le loro abitazioni e quelle dei loro concittadini. I componenti del Comitato Riva Verde, in buona parte residenti a Sant’Alessandro, prendono posizione riguardo la futura (solo pianificata, per ora) mobilità altogardesana che interesserà, non secondariamente, proprio il Brione intorno, e dentro, al quale verrà fatta passare una fetta della nuova viabilità.

«La nostra iniziativa parte dalla mappa delle gallerie che verranno scavate all’interno della montagna», fanno sapere Tiziano Lutteri e Simone Chiocchia, del Comitato Riva Verde, che hanno deciso di dare il via a una campagna informativa attraverso la carta stampata e i social. «Di tale opera se ne è già sentito parlare e si è letto sui giornali grazie a svariati articoli dove alcuni nomi della politica nostrana hanno detto la loro - commentano - ma una cosa, oltre alle tante belle parole spese, è certa e basta osservare la cartina per capire che si tratta di un progetto con un impatto ambientale elevato, riguardante la già precaria viabilità altogardesana con delle specifiche tecniche poco applicabili come, ad esempio, il terminal ferroviario che sarà situato a porto San Nicolò». «La circolazione - proseguono i due membri del Comitato - subirebbe ingenti modifiche andando di fatto a spostare il problema del traffico da una strada all’altra».

Ma il vero punto dolente, secondo quanto riferiscono Lutteri e Chiocchia, che portano la voce di chi abita e vive intorno al Brione, è la tenuta della montagna che in queste ultime settimane ha dato dimostrazione di tutta la propria pericolosa fragilità. «Lo citiamo per ultimo - spiegano - ma non certo per una sua secondaria importanza, tutt’altro. È il problema relativo al rischio geologico inerente i trafori nel monte Brione che, come abbiamo visto negli ultimi tempi, vede una realtà precaria».

Per fugare ogni dubbio e timore, il Comitato ha deciso di affidarsi a un tecnico, per capire meglio la situazione: «A breve prenderemo contatti con un geologo della zona per poter reperire maggiori informazioni sulla tipologia di terreno della nostra amata collina e gli eventuali problemi legati a tale progetto». GL.M.

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