Rigotti: «Invaso alle Viote o in 10 anni addio allo sci» 

Il futuro del Bondone. Il presidente delle Funivie alla Commissione ambiente: «Il turismo invernale si gioca a luglio con le prenotazioni: senza garanzie di innevamento, salta tutto»



Trento. «Senza laghetto alle Viote, in dieci anni lo sci in Bondone rischia di sparire». La previsione “apocalittica” di Fulvio Rigotti, probabilmente mirava a scuotere gli scettici (o i contrari, che pur ci sono, nonostante il via libera in consiglio comunale), ma il presidente delle Funivie del Bondone ha messo sul piatto alcuni dati che danno il senso della difficoltà nel tenere in piedi l’industria dello sci con il termometro della Terra che da qualche decennio continua a salire per colpa dell’uomo.

L’occasione è stata la seduta straordinaria della Commissione ambiente, convocata ad hoc sul tema dell’invaso dal presidente Andrea Maschio. Relatore principale dell’incontro, ospitato nella Sala degli affreschi della Biblioteca di via Roma, era appunto Rigotti. Assenti (giustificati) all’appuntamento rappresentanti della giunta e i presidenti delle circoscrizioni di Sardagna e Sopramonte. Presente, per l’Asuc di Sopramonte, il presidente Ivan Broll, mentre la Asuc di Vigolo Baselga ha volutamente disertato l’incontro. Un’assenza spiegata con una lettera (letta da Maschio ai presenti) che ribadisce il “no” all’invaso delle Viote già deliberato dagli usi civici. La stessa Ausc si è detta però pronta a valutare soluzioni alternative, a partire dall’ampliamento di Mezavia. Presente in sala, invece, il presidente dell’Apt di Trento Monte Bondone Franco Bertagnolli.

Per spiegare che aria tira, il presidente della Funivie ha ricordato che già da qualche anno l’apertura della Gran Pista, fiore all’occhiello dell’offerta del Bondone, è spesso posticipata, addirittura a febbraio, proprio per le difficoltà di innevamento. Rigotti - ricordando che servono almeno 45 centimetri di neve fresca per dare il via alla stagione - ha quindi presentato una tabella con le date di apertura degli impianti negli ultimi anni se non ci fosse stata la neve artificiale: 4 gennaio nel 2013/2014, 5 febbraio nel 2014/2015, 9 febbraio nel 2015/2016, 28 dicembre nel 2017/2018, 29 gennaio nel 2018/2019. Nel 2016/2017, senza neve artificiale non sarebbe stato possibile aprire gli impianti a causa della pressoché totale mancanza di precipitazioni nevose.

In questo contesto - ha ribadito Rigotti - è impensabile rinunciare all’innevamento artificiale e ad un nuovo invaso: «Le stagioni invernali si giocano a luglio, quando le agenzie raccolgono le prenotazioni. Non dimentichiamo che una grossa fetta delle presenze del Bondone è legata ai paesi dell’est europeo. Oggi quasi tutti i contratti - ha spiegato il presidente delle Funivie -prevedono che senza l’innevamento di almeno il 50% delle piste, l’accordo può dirsi risolto».

Il laghetto delle Viote, dunque, con i suoi 130mila metri cubi di acqua sarebbe la panacea per i problemi attuali e futuri dello sci sulla montagna di Trento.

L’ingegner Giordano Farina ha spiegato le valutazioni tecniche che hanno portato ad indicare la soluzione “ideale”, sul lato delle Viote che segue le Rocce Rosse. La soluzione dell’ampliamento di Mezavia, invece, è ritenuta poco praticabile perché lontana dal cuore delle piste, priva di spazi adeguati, onerosa dal punto di vista economico e poco sfruttabile turisticamente in estate. G.F.P.

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