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Protezione civile trentina: una grande alleanza per prevenire meglio i rischi

Sinergia accentuata tra Federazione dei Vigili del fuoco volontari, Servizio Bacini montani e Servizio Prevenzione rischi: 13 incontri sul territorio: «Il “sesto uomo” in campo sono i cittadini» (foto Pat)



TRENTO. Confronto e collaborazione sono elementi essenziali per il sistema di Protezione civile del Trentino e le sue Strutture operative. Parte da questo presupposto l’iniziativa del Servizio Bacini montani con il supporto del Servizio Prevenzione rischi e Cue della Provincia che, in collaborazione con la Federazione dei Corpi dei Vigili del fuoco volontari del Trentino e il Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna, vuole rafforzare la sinergia e il coordinamento soprattutto in occasione delle allerte meteo e delle situazioni di emergenza ed accrescere la consapevolezza della popolazione trentina in merito alla gestione dei cosiddetti “rischi residui”. Per questo motivo, tredici appuntamenti con cadenza settimanale interesseranno le diverse Unioni distrettuali: il primo appuntamento si è tenuto nei giorni scorsi negli spazi della caserma dei Vigili del fuoco volontari di Avio.

“Un territorio montano come il Trentino è caratterizzato da una straordinaria variabilità geologica e morfologica, che è sinonimo di bellezza naturale, ma anche di fragilità” osserva il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, che evidenzia come gli elementi di rischio non possano essere azzerati: “Per questo motivo, è fondamentale prendere coscienza delle criticità che caratterizzano i diversi territori e non farsi cogliere alla sprovvista in caso di emergenza, intervenendo in maniera tempestiva e puntuale sulla base degli strumenti a disposizione e delle esperienze pregresse”.

Nel corso di questi incontri, sono invitati a partecipare gli amministratori comunali e in primo luogo i sindaci, in considerazione del loro ruolo di massima autorità di protezione civile locale. Sono proprio i primi cittadini, infatti, che in caso di necessità sono chiamati a emanare ordinanze di chiusura di strutture e infrastrutture, ma anche di evacuazione di edifici, qualora le persone ospitate siano esposte a rischi rilevanti.

La Protezione civile trentina è caratterizzata da componenti professionali quali il Servizio Bacini montani, il Servizio Prevenzione rischi e Centrale unica per l’emergenza, il Servizio Antincendi e Protezione civile, e da componenti volontarie tra cui spiccano - non solo in ragione del loro numero - i Vigili del fuoco volontari, che possono essere connotati come le prime “sentinelle” dislocate a presidio del territorio e della sicurezza di cittadini e ospiti. La loro capillare presenza sul territorio è testimoniata dal fatto che i Vigili del fuoco sono potenzialmente in grado di schierare un loro membro su tutti i 6.200 chilometri quadrati che compongono il territorio provinciale.

L’amalgama tra le diverse componenti della Protezione civile è ovviamente fondamentale, e pertanto il primo obiettivo di questi incontri è quello di migliorare ulteriormente la reciproca conoscenza e collaborazione.

Altrettanto importante è il coinvolgimento su questi temi di tutta la popolazione trentina che – utilizzando un’immagine tipica del mondo del basket – può essere considerata come “il sesto uomo” della Protezione civile: l’efficacia degli interventi effettuati in occasione di fenomeni calamitosi può essere infatti vanificata in tutto o in parte dai comportamenti imprudenti di chi, ad esempio, percorre un ponte o sosta su un argine durante un’alluvione o, più banalmente, alla guida di un veicolo non mantiene un’adeguata distanza dal veicolo che lo precede. Troppo spesso i Vigili del fuoco sono chiamati a fronteggiare le conseguenze di questi comportamenti scorretti, che vengono stigmatizzati anche negli avvisi di allerta emanati dalla Protezione civile, laddove sta scritto: “Si comunica alla popolazione la necessità di: porre massima attenzione alle condizioni dei luoghi da percorrere, anche con automezzi e veicoli; evitare di immettersi in aree che presentino, o possono presentare, condizioni anomale o di pericolo; evitare di avvicinarsi ai corsi d’acqua, alle piste ciclabili prossime ai corsi d’acqua, a zone depresse (conche e sottopassi), alle rampe ed ai versanti che possono subire smottamenti. Si ricorda inoltre di comunicare tempestivamente al numero unico 112 eventuali situazioni di emergenza”. In tal senso, ogni singolo cittadino e la collettività nel suo insieme sono chiamati a svolgere il fondamentale ruolo di “sesto uomo” della Protezione civile, che potrà così compiere un importantissimo salto di qualità.

Sul tema della comunicazione dei “rischi residui” s’inserisce l’iniziativa che negli ultimi anni scolastici ha visto la distribuzione a oltre quattromila studenti delle scuole secondarie di primo grado della pubblicazione “Alluvioni a catinelle: meglio anticipare!” che invita non solo gli studenti, ma anche i loro familiari, a interrogarsi sui comportamenti da assumere in caso di allerte o di emergenze alluvionali. Anche quest’ultima iniziativa ha visto la fondamentale partecipazione dei Vigili del fuoco volontari, che costituiscono ancora oggi un’importante attrattiva per tutte le ragazze e i ragazzi che vogliono mettersi in gioco a favore della loro comunità, dedicandosi a un’attività di volontariato certamente impegnativa, ma al tempo stesso coinvolgente e gratificante.













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