«Se Caldonazzo è la sede i medici restino qua»

CALDONAZZO. L'assessore alla salute Stefania Segnana ha risposto all'interrogazione di Claudio Cia che, come riportato dal Trentino, evidenziava che in seguito alla cessazione dell'attività di un...


Franco Zadra


CALDONAZZO. L'assessore alla salute Stefania Segnana ha risposto all'interrogazione di Claudio Cia che, come riportato dal Trentino, evidenziava che in seguito alla cessazione dell'attività di un medico convenzionato per la medicina generale dal 4 novembre 2020, gli unici due medici con disponibilità di posti risultanti sul portale dell’Apss, come segnalato da molti utenti, non effettuano ambulatorio nel Comune. «Ciò costringerebbe – scriveva Cia - i cittadini a spostarsi quantomeno a Levico, luogo più vicino a Caldonazzo, dove beneficiare delle prestazioni ambulatoriali dei medici».

La risposta di Stefania Segnana precisa che a oggi sono rimasti 498 pazienti che non hanno ancora effettuato la scelta di un nuovo medico di medicina generale. «Si sottolinea, comunque – si legge nella risposta -, che nell'ambito territoriale e a breve distanza (Levico, 3,8 km) c'è disponibilità di scelta tra più disponibilità sufficiente a coprire i 498 pazienti rimanenti. L’Apss provvederà tempestivamente alla pubblicazione della zona carente di Caldonazzo, ma lo potrà fare nei modi e nei termini previsti dalle disposizioni in essere. La nuova zona carente, infatti, potrà essere pubblicata solo successivamente alla conclusione delle procedure relative al bando di marzo, intendendo per “conclusione” la data di scadenza della presentazione delle domande da parte dell'ultima categoria di aventi diritto (4 novembre scorso), e quindi da parte degli iscritti al corso di formazione di medicina generale».

Sul ritorno di un medico di medicina generale in paese interviene anche la sindaca, Elisabetta Wolf. «Eravamo abituati – ha detto Wolf – al medico condotto come a una figura istituzionale certa. Ora siamo in una situazione di emergenza, e si capiscono certe difficoltà, ma l'Apss dovrebbe obbligare i medici che hanno la loro sede principale a Caldonazzo, e che invece impiegano l'80 per cento del tempo di ambulatorio a Levico, a fare il loro servizio soprattutto nella loro sede principale, perché non può essere che sia a discrezione del medico la scelta di dove aprire l'ambulatorio. Non è che manchino i medici, ma quelli che sono assegnati a Caldonazzo dovrebbero stare a Caldonazzo, tanto più che ora ricevono solo su appuntamento e spesso il sistema di segreteria è oberato e scoraggia tanti che non riescono ad accedervi se non dopo lunghe attese al telefono. Tutto il sistema andrebbe potenziato, anche per quanto riguarda gli infermieri sul territorio, e ce ne stiamo occupando fin dal primo momento del nostro mandato. Siamo in attesa di risposte che non possono attendere troppo».













Scuola & Ricerca

In primo piano