«Per l’acqua del Fersina l’obiettivo è vicino» 

Lo ha sottolineato l’ittiologo Betti nell’incontro in sala Banda: «Compresa la gravità della situazione»



PERGINE. L’intervento più attinente ai problemi del torrente Fersina è stato quello dell’ittiologo Lorenzo Betti. Erano queste le aspettative circa la serata (in sala Banda, 60 persone, 5 relatori) proposta dal Comitato salvaguardia acque del Trentino su stimolo del Comitato tutela del Fersina (presidente Simone Petri). Gli organizzatori avevano dimenticato di invitare lo steswso ittiologo che tra l’altro è (e l’ha ricordato lui stesso come proprio curriculum) fondatore del Comitato salvaguardia acque del Tentino (nel 1996), estensore dello studio sul deflusso minimo vitale (Dmv), della Carta ittica provinciale e via dicendo. E proprio dal suo intervento è emersa la sua costante azione a favore delle acque trentine.

Betti si è detto «scettico» sulla serata «organizzata 10 giorni dopo l’incontro con Gilmozzi proprio sul Fersina e i cui risultati sono stati positivi perché si è capita la gravita della situazione». Tanto da fargli affermare che «siamo molto vicini all’obiettivo». Poi ha anche annunciato il contenuto delle osservazioni presentate dai Pescatori di Pergine in merito al rinnovo delle concessioni per le centrali di Canezza, Sant’Orsola e Palù del Fersina. Ed ha concluso: «Non vorrei che qualcuno mettesse il proprio cappello sull’azione portata avanti finora e a un passo dall’avere il risultato».

Lorenzo Betti è stato l’unico a evidenziare i problemi del Fersina. Gli altri relatori hanno tenuto delle interessantissime lezioni ma di carattere storico e generale poco attinenti appunto ai problemi del Fersina, anche se evidentemente hanno riguardato la tutela dell’ambiente fluviale. Solo Simone Petri in tutto il suo dire ha fatto due citazioni importanti: «Da sempre il Fersina ha problemi che la centrale di Canezza ha aggravato» ed anche che «la relazione di Stet che accompagna la richieste di rinnovo della concessione contiene affermazioni non vere».

Per gli altri, due ore di “lezioni” da studiosi: Salvatore Ferrari (storia del Dmv, incentivi, ente di controllo autonomo); Maurizio Siligardi (funzioni ecologiche dei corsi d’acqua), Michele Caldonazzi (Fersina, tratto di Trento), Roberto Colombo (conseguenze dello sfruttamento delle acque). Tutti poco attinenti alle “ondate” di acqua nel Fersina e ai periodi asciutti. Problema invece posto con forza da Lorenzo Betti.

Le osservazioni. Sono state presentate dai Pescatori. Se quella dell’Agro Irriguo chiedeva di non rilasciare l’autorizzazione a Stet, quelle dei pescatori sono “richieste” di interventi e valutazioni prima dell’autorizzazione per le tre centrali sul Fersina. Situazione “pesante” per tutte e tre. In particolare, per Canezza: attenuare i più gravi impatti sull’ambiente; portate rispettose del Piano utilizzazione acque pubbliche e del Piano tutela acque, garantire il Dmv con controlli; garantire (all’opera di presa) la risalita della fauna ittica; analizzare le cause dei ricorrenti e saltuari prosciugamenti dell’alveo dopo la centrale di Canezza per individuarne le responsabilità; vagliare attentamente gli effetti delle ondate di piena dovuti ai rilasci. (r.g.)













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