«Non fate il muraglione tra Ca’ Rossa e Terrazze» 

Il grido d’allarme. L’Associazione pescatori rivieraschi dice no all’opera: «È un intervento  contro la fauna ittica e contro il lago». Preoccupazione anche per gli inquinanti della SS47


ROBERTO GEROLA


Pergine. Nuovo e forte appello a tutela del lago di Caldonazzo e in particolare della sponda di Ischia - Tenna martoriata dalla micidiale Statale 47 a bordo lago. E’ stato elaborato nel corso dell’annuale assemblea dell’Associazione pescatori rivieraschi: 150 iscritti (sono i censiti di Ischia, in 63; di Castagné, in 40 e di Calceranica, in 46). Si è tenuta martedì sera a Ischia presieduta da Giuseppe Bridi.

Inquinamento

Se il motivo principale è stato ancora una volta la Statale della Valsugana che quotidianamente inquina la fascia del lago lungo la quale corre, l’altra situazione dannosa alla salute del lago è un’opera in divenire. E’ contenuta nel progetto lago e prevede la realizzazione di un muraglione con fondamenta nell’acqua dalla Ca’ Rossa alle Terrazze. Pescatori decisamente contrari alla sua possibile realizzazione «perché rappresenterebbe un intervento contro la fauna ittica e contro la vita stessa del lago». Considerazioni in questo senso sono state pronunciate un po’ da tutti i pescatori anziani.

Per la statale 47, si è parlato di inquinamento continuo ma in particolare in caso di pioggia. Gli automezzi rilasciano fumi, polveri, scorie ad ogni passaggio. Tanto più quanto piove con i rilasci che scorrono direttamente nelle acque formando una fascia che con la “bandiera blu” non ha nulla a che fare.

«La fascia d’acqua lungo la sponda - ha detto Adriano Floriani, classe 1937, e a nome di tutti i presenti -, ha un colore marrone, i sassi lungo la sponda sono oleosi, le fascine immerse per ospitare le uova si ricoprono da un consistente strato oleoso in pochi giorni e i pesci scappano».

In sostanza, i microrganismi, la fonte di vita per la fauna ittica non ci sono più. Lungo la sponda c’è una sorta di fascia morta. Un appello, insomma affinché, la sponda possa essere naturale.

Le barche

Ma un altro problema è stato evidenziato sempre a scapito dei pescatori rivieraschi che fin dal 1800 hanno un diritto di pesca riconosciuto (e documentato). E riguarda le barche.

«Impensabile - sostengono i pescatori - avere il diritto di pesca con la barca e non poter depositare la stessa sulla riva di Ischia. Lo abbiamo fatto per decenni appunto fin dal 1800, ma l’anno scorso ci sono state sequestrate. C’è stato chi ha pagato 300 euro per averla indietro: era depositata al cantiere comunale».

Ed è stato anche fatto presente che le barche dei pescatori di Ischia (erano 4) erano state codificate, contrassegnate e autorizzate (dal Comune) ad essere depositate sulla riva. Invece sono state portate via e i proprietari multati. Già l’anno scorso era stata fatta presente (al Comune) la necessità di avere un pontile per l’attracco senza essere costretti ad utilizzare i pontili sulla riva opposta. E la promessa c’è. Ma quello che non è stato digerito è stato il “sequestro” delle barche da parte della Forestale, avvenuto appunto l’estate scorsa. Per questi problemi, si cercherà, su suggerimento di Claudio Angeli, di concordare un’azione con le altre associazioni di Ischia.

L’attività

Per il resto, l’assemblea ha approvato la relazione del presidente Giuseppe Bridi e i bilanci (in attivo) illustrati da Giuseppe Angeli. Tra le attività svolte nel corso dell’anno, momenti promozionali della storica attività della pesca proposte ai giovanissimi in più occasioni, collaborazioni per varie iniziative turistiche , partecipazione a operazioni ittiche con i Pescatori Fersina e Alto Brenta.













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