IL CASO

Molotov a Trento e colla sui bancomat a Pergine, arrestato un 55enne

E' ritenuto responsabile di avere fabbricato gli ordigni senza innesco trovati vicini al Duomo. Sospetti anche per un incendio appiccato il 26 maggio a Pergine alla porta d'ingresso di un'abitazione privata



PERGINE. La Digos della polizia di Trento ha arrestato un uomo ritenuto responsabile di avere fabbricato e utilizzato delle molotov. Quelle che il 24 maggio erano vicino al duomo di Trento: erano tre, in uno zaino, trovate abbandonate da un addetto alle pulizie dopo il mercato, in una piazzetta accanto alla cattedrale. Le bottiglie erano però senza innesco.

Non c'erano rivendicazioni, ma la sequenza di episodi della settimana precedente, durante l'adunata degli alpini, quali danneggiamenti alle centraline ferroviarie e scritte ingiuriose contro l'adunata, avevano messo in campo tra le piste anche quella anarchica. Oggi viene smentita dalla stessa Digos, che spiega come l'arrestato sia un uomo di 55 anni di Pergine, in Trentino, con «alcuni precedenti specifici comunque non legati all'ideologia anarchica. Nell'ultimo periodo aveva energicamente manifestato acredine nei confronti della pubblica amministrazione e di alcuni soggetti che sarebbero poi diventati obiettivi da colpire per motivazioni personali, quindi non legate a sentimenti ideologici». 

Il fermo dell'uomo è avvenuto ieri, a quanto riferisce la Digos, ed è fortemente sospettato anche per un incendio appiccato il 26 maggio a Pergine alla porta d'ingresso di un'abitazione privata. Nello stesso pomeriggio altre fiamme si erano sprigionate da una casetta di legno della Provincia autonoma di Trento, al vicino Parco Tre Castagni. Ieri è scattata la perquisizione da parte della Digos, coordinata dalla Procura di Trento, e sono stati sequestrati oggetti ritenuti utili a dimostrare la sua responsabilità nei tre episodi e per altre simili azioni commesse nello stesso periodo nella zona di Pergine Valsugana, sulle quali sono in corso ulteriori indagini.

Il questore di Trento, Massimo D'Ambrosio, evidenzia in una nota della Questura «la celerità dell'attività di investigazione posta in essere dalla Digos della questura di Trento, che in questo momento in cui si sono verificati episodi degni di attenzione, nonché attentati di matrice anarchica, ha riconfermato come resti alta l'attenzione investigativa, al fine di far sì che i responsabili siano individuati e assicurati alla giustizia. Questo anche nell'ottica del fatto che finalmente - conclude la nota - è emersa tutta l'intolleranza ormai del tessuto sociale, nei confronti di questi noti personaggi». 

Lo stesso individuo deve rispondere di danneggiamento aggravato per avere messo fuori uso cinque sportelli bancomat. Gli episodi, avvenuti a Pergine, risalgono al 21 maggio. Questa volta le indagini sono dei carabinieri.

La colla era stata versata sulle tastiere numeriche rendendo inagibili gli sportelli. Dalle telecamere di sorveglianza delle banche colpite, i militari hanno quindi acquisito le immagini e sono riusciti ad identificare e denunciare il presunto responsabile, già conosciuto dalle forze dell'ordine.

Il modus operandi osservato era sempre lo stesso: l'uomo fingeva un prelievo di banconote ma anziché prelevare denaro, versava colla. All'origine dei danneggiamenti, hanno accertato i carabinieri, ci sarebbero i rapporti tenuti tra l'uomo e il personale di una delle banche colpite.













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