In sei mesi in Valsugana abbattuti 97 cinghiali 

Il punto. Affollata assemblea a Pergine dei cacciatori delle riserve della valle autorizzate  a svolgere l’”attività di controllo”. Una trentina di capi sono stati cacciati sul territorio perginese


ROBERTO GEROLA


Pergine. I cinghiali sono dannosi all’agricoltura e la caccia (il termine tecnico è “controllo”) ha dato i suoi frutti. Dopo la pausa estiva tra la fine di giugno e metà agosto, con sabato 17, le battute riprendono. L’altra sera nella sala mensa dei vigili del fuoco volontari di Pergine, si è svolta una riunione informativa sulle nuove regole che la giunta provinciale ha emesso ampliando per così dire la possibilità di abbattere cinghiali.

Interesse in aumento

L’interesse per la caccia al cinghiale sta aumentando da parte degli iscritti alle varie riserve. E sono sempre più numerosi quanti vi si dedicano sia utilizzando il capanno, sia muovendosi liberamente da soli o in compagnia di qualche “collega”. L’altra sera appunto, circa 120 cacciatori hanno partecipato all’incontro informativo predisposto dall’associazione cacciatori trentini guidato dal vicepresidente Matteo Rensi insieme al tecnico faunistico Sandro Zambotti. E’ stato quest’ultimo ad illustrare le novità introdotte dalla Provincia, appunto ampliando l’orario e semplificando qualche passaggio burocratico.

Le regole

Rensi ha tuttavia comunicato qualche dato a proposito degli abbattimenti. Dati a livello di Valsugana, tenendo presente che non in tutte le riserve è permesso il “controllo” dei cinghiali. Per esempio, il versante sinistro della Valsugana comprende, partendo da Civezzano con il Pinetano e la valle dei Mocheni, Pergine e Vignola Falesina, Tenna e Levico. Invece sul versante opposto partendo da Pergine (con Roncogno) la libertà di cacciare cinghiali arriva fino al confine con il Veneto e quindi a Grigno. Da dire che probabilmente, ancora entro l’anno, anche Novaledo con i paesi vicini e il Tesino saranno “aperti” al “controllo” dei cinghiali.

I numeri

Ebbene, gli abbattimenti in Valsugana nel 2018 sono stati di 126 capi (una quarantina solo a Pergine), mentre in questi primi sei mesi del 2019, i capi abbattuti sono stati già 97, di cui una trentina a Pergine. In totale, oltre 220. Si riprenderà, come detto, il 16 di agosto per terminate il 31 dicembre. Sandro Zambotti ha quindi illustrato le novità introdotte dopo che la Provincia ha incontrato le “parti”: sindacati agricoli, dipartimento, associazione cacciatori, servizio foreste e fauna eccetera. «Sono stati circa sei mesi di lavoro - ha detto Rensi -, che ha soddisfatto gli interessati anche se qualche modifica sarà introdotta ancora».

Le più importanti novità in “attività ordinaria” riguardano: un’ora prima dell’alba, due ore dopo il tramonto e la possibilità di utilizzare i fari da appoggiare al fucile; a parte le opportunità in caso di attività straordinaria (emergenze); poi, qualche dettaglio sulle denunce da fare durante il tempo di caccia gli ungulati.













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