«Il Due Laghi non diverrà dormitorio» 

Levico Terme, Renee Vavpetic, vedova del notaio Defant, parla a proposito del suo hotel chiuso ormai da quasi vent’anni


di Franco Zadra


LEVICO TERME . «L’hotel 2 laghi è il biglietto da visita di Levico ed è ora di fare qualcosa per metterlo a posto». A parlare è l’ottantasettenne Renee Vavpetic, vedova del notaio Carlo Defant, deceduto il 19 maggio 2009, che aveva acquisito l’hotel dall’antico proprietario per venire incontro a una situazione debitoria che si stava protraendo da tempo.

Era stato il Trentino, a inizio luglio dell’anno scorso, a denunciare la situazione di degrado urbano, oltre che di pericolo per qualche incauto escursionista, in cui versava la struttura abbandonata da quasi vent’anni, ridotta a causa di atti di vandalismo e infrazioni notturne a una discarica a cielo aperto, con materassi, sedie, porte, estintori, televisori, e vetri rotti ovunque, sacchi di immondizie abbandonate e, nella piscina sul retro, pneumatici e altre sporcizie. Una denuncia che pareva essere caduta nel vuoto, tanto che nello scorso mese di marzo il sopralluogo di una coppia di tecnici, uno dei quali era l’assessore comunale Werner Acler, attrezzati per rilievi topografici, era stata vista e raccontata dal Trentino come l’avvisaglia di un qualche intervento, per altro molto atteso dalla popolazione e dagli esercenti confinanti con quell’area. Negli ultimi quindici giorni però, l’avvisaglia di un prossimo cambiamento c’è stata davvero.

«Abbiamo incontrato con il sindaco la signora Vavpetic – dice Laura Fraizingher, assessore all’urbanistica e vicesindaco -, e in maniera informale abbiamo ascoltato la sua proposta di trasformare la destinazione d’uso di quell’area, da alberghiera a commerciale. Come tutte le proposte che ci arrivano sarà valutata e riceverà una risposta, ma non sarà dall’oggi al domani poiché se si trattasse di una variante puntuale ci vorrebbero almeno sei mesi. Trattandosi però di Prg, dobbiamo, e vogliamo, muoverci in una visione complessiva che sia programmatica e consideri uno spazio temporale lungo, per non intervenire a spizzichi e bocconi. Questo iter, una volta avviato, richiederà più tempo di una variante puntuale».

La vedova Defant che lo scorso 21 aprile ha ricevuto una onorificenza dall’Aci per i suoi 52 anni di patente di guida senza incidenti, «ma ho anche la patente nautica» dice sorridendo, conserva uno spirito giovanile, e una splendida grinta. «L’Hotel Due Laghi – dice la vedova Defant – era conosciuto come l’hotel degli olandesi perché erano in molti di là, anche grazie all’intraprendenza della direttrice Mariuccia, a scegliere il Due Laghi per le vacanze, e saldavano il conto ancora in patria, prima di sapere della qualità del trattamento che avrebbero ricevuto. Se ne tornavano soddisfatti e richiamavano altri. Erano anni belli». La gestione Defant è durata per un ventennio, dopo una prima ristrutturazione. Poi, alle porte del 2000, si è deciso per la chiusura. Si tratta della più importante cubatura ricettiva della città, circa 8.600 mc su una superficie di 2.500 metri quadrati; in più gli oltre 10mila metri di terreno di pertinenza dell’Hotel sono edificabili per cui la cubatura potrebbe espandersi fino a 23mila mc. Voci di paese raccontano di varie trattative avviate in questi anni con possibili acquirenti, anche locali, nessuna però andata a buon fine. Si vocifera anche di qualcuno interessato a trasformare l’Hotel Due Laghi in un centro d’accoglienza, la qual cosa non richiederebbe neppure il cambio di destinazione d’uso. «Assolutamente no – dice Vavpetic – non vorrei mai che diventasse un dormitorio, sarebbe odioso che qualcuno speculasse sul bisogno di un tetto di poveri disgraziati. L’Hotel Due Laghi va ristrutturato e messo a posto per tornare a essere un degno biglietto da visita per Levico Terme. Quando sarà tornerò anch’io in quel bellissimo paese».













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