«Dossi pericolosi, la giunta deve chiarire» 

Enrico Mattivi (Lega) ha presentato una interrogazione. La risposta attesa domani alle 19 in consiglio



PERGINE. Dopo i due incidenti avvenuti entrambi con autobus incappati nel “dosso rialzato” di viale Dante all’altezza della stazione ferroviaria c’è chi si è mosso in sede consiliare, chi con una segnalazione al giornale, chi con una lettera e documentazione varia. Gli incidenti risalgono all’aprile scorso (con 3 feriti) e ad un mese fa con cinque (due ricoverati con schiacciamento delle vertebre). Chi si è mosso in sede consiliare è Enrico Mattivi (Lega) che ha presentato un’interrogazione alla quale sarà data risposta scritta, salvo rinvii, nel corso della seduta pubblica convocata per domani alle 19.

Mattivi, con riferimento agli incidenti avvenuti, chiede: se sono state osservate tutte le normative e caratteristiche costruttive, se rispettano lunghezza e pendenza indicata, quanti gli investimenti su sugli attraversamenti pedonali a Pergine dal 2008 e quanti feriti per “inconvenienti” legati alla realizzazione dei manufatti, e se lì amministrazione comunale sta valutando di correggerli rendendoli meno pericolosi al passaggio dei veicoli.

Nella premessa il consigliere della Lega fa presente la normativa esistente: modalità di costruzione, luoghi, materiali, dimensioni, velocità in prossimità e situazioni in cui possono essere previsti. Esprime poi dubbi sulla regolarità della loro realizzazione, alla luce della circolare ministeriale (dei Trasporti) n. 3698 del 2001 in merito alle linee guida per la redazione di piani per la sicurezza stradale in merito alla modalità di costruzione, dimensione, zone di collocazione, fini di sicurezza e segnaletica. Cita la pendenza (massimo 10%), la lunghezza (10-12 m).

C’è invece chi ha posto l’attenzione specificatamente sulle rampe di raccordo (quelle che riporta strisce gialle su ciascun lato del “dosso rialzato con le strisce bianche tipiche del passaggio pedonale). In alcuni casi queste strisce sono poste su rampe corte (e quindi ripide) ed è il caso di quelle incriminate di viale Dante, ma anche realizzate su altre strade (la prima, in via Rosmini), mentre su altre sono “lunghe” (e quindi più “dolci”) come in viale degli Alpini o in via Spolverine e via Lagorai (ma ce ne sono molte altre).

Infine, c’è stato un lettore (s.t.) di Cles che ha inviato un articolo apparso su Quattroruote (maggio 2013) che cita il ministero della salute che si dichiara «contrario ai dossi rallentatori e soprattutto ai passaggi pedonali rialzati» con le parole del dirigente della direzione generale per la prevenzione del citato Ministero e che si affianca alla presa di posizione dello stesso Ministero dei Trasporti. Le prese di posizioni sono in riferimento ai «dossi» ma, come si è detto «anche e soprattutto ai passaggi pedonali rialzati». La ragione è semplice: sono fonte di gravi danni vertebrali a persone anziani e/o sofferenti, fanno perdere tempo prezioso nei soccorsi, causa inquinamento (frenata e sgasata di ripartenza), penalizzano gli utenti deboli quali bici, trattori e furgoni. Il nostro lettore di Cles conclude: «Se sulle strade urbane si corre, si puniscano quelli e non si spari come sempre sul mucchio» . (r.g.)













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