«Ci mancano i soldi per la convenzione col nido di Pergine» 

Vignola Falesina, il sindaco Anderle risponde alla protesta  di una mamma: «Stiamo cercando una soluzione tampone»



VIGNOLA FALESINA . Niente nido comunale per il momento a Vignola Falesina. E’ la risposta data dal Comune ad Arlene Pallanch, imprenditrice a Pergine, madre di una bimba di quattro mesi, residente a Vignola Falesina. La denuncia viene dalla stessa mamma Arlene attraverso una lettera al Trentino. Scrive: «Sono un imprenditrice e mamma di due bambine. Il nostro comune conta all'incirca 160 abitanti. Lavoro a Pergine e da 4 mesi è nata la mia seconda figlia Olimpia. Visti gli impegni lavorativi sia miei che del mio compagno abbiamo bisogno di iscrivere la piccola al nido. Qui nel nostro Comune non c'è e quindi i bambini di qui si appoggiano alle scuole di Pergine. Ecco il mio problema e delle altre famiglie di qui: dopo il consiglio comunale tenuto pochi giorni fa è emerso che il Comune di Vignola-Falesina non è disposto né ad avere un nido comunale né a concedere una convenzione al nido del Comune di Pergine per prendere i piccoli residenti qui, per via del “bilancio comunale” e perché “qui un nido non c è mai stato”. Il costo annuo per la convenzione che il Comune di Vignola dovrebbe versare è di 2.500 euro. Io non voglio fare conti in tasca, ma poiché quelli sono soldi dei cittadini, vorrei sapere come può essere che un comune come si dice benestante come questo, non abbia tale cifra. Credo che avere un nido comunale sia un diritto del cittadino. Siamo scioccati dall'esito di tale consiglio comunale e devo dire anche molto scossi».

Una situazione che necessita di chiarimenti e allora ci siamo rivolti a Danilo Anderle, sindaco di Vignola Falesina per averne. Tra l’altro, proprio recentemente il consiglio comunale a Pergine aveva deciso di allargare il bacino di utenza del “nido comunale” anche a Vignola Falesina, attraverso una convenzione.

«La questione è solo provvisoria - afferma il sindaco Danilo Anderle - e stiamo cercando una soluzione tampone che permetta di soddisfare la richiesta. E’ vero, il provvedimento non è passato in sede consiliare: cinque a favore, cinque contro e un astenuto. Ma c’è una motivazione: la mancanza di finanze sulla spesa corrente (motivo della perplessità in sede consiliare) è imputabile al netto e corposo calo di trasferimenti dalla Provincia per quanto riguarda il Fondo Perequativo (l’unico trasferimento utilizzabile interamente sulla parte corrente di bilancio). Dati provinciali indicano un calo negli ultimi cinque anni del 259%, motivo per cui sono stati anche rivisti gli obiettivi di risparmio della spesa. Inizialmente previsti in 122.000 euro annui ora sono passati a 48.000 euro. Una follia per uccidere i Comuni. Comunque, come detto alla signora Pallanch, si tratta solo di attendere qualche mese per definire meglio la questione bilancio, riporteremo poi il problema in consiglio». (r.g.)













Scuola & Ricerca

In primo piano