Baselga è “zona rossa” i pinetani restano a casa 

Il lockdown. Passeggiate lungo il lago vuote, pochi camion e solo qualche auto sulle strade  «C’è consapevolezza che è necessario». Negozi e ristoranti già pronti per le consegne a domicilio


Giannamaria Sanna


Baselga di piné. Primo giorno di lockdown ieri, della seconda ondata di contagi di Covid-19, sull’Altopiano pinetano. A Baselga con tutte le sue piccole frazioni, sparse nei dintorni, è ritornato il silenzio. La popolazione sta rispettando le regole e tutto è tranquillo. I carabinieri della locale stazione, stanno monitorando sulle strade il traffico, da quando è entrata in vigore la chiusura totale, e non hanno rilevato intrusioni da parte di chi era impossibilitato a uscire o a entrare. I negozi di alimentari, le farmacie e le edicole non hanno avuto problemi di assembramenti o di code, assicurano titolari e gestori interpellati. Bisogna dire che con l’avviso dato in anticipo dai due sindaci, molti, se non tutti, hanno approfittato della giornata di sabato per fare delle spese piuttosto consistenti di generi alimentari, di frutta e verdura.

«È stata una giornata impossibile - assicura la commessa della Famiglia Cooperativa di Baselga - non abbiamo avuto il tempo di respirare. Pur rispettando il numero di acquirenti in negozio, questo sembrava sempre affollato. La precedente chiusura totale di marzo aveva permesso alle persone di trovare un’organizzazione che, a dire il vero, si era mantenuta per molte famiglie anche dopo la riapertura: spesa importante una volta la settimana e ritorno nei negozi solo ogni 3-4 giorni anche per comperare il pane». I negozi, d’altra parte, sono disponibili a consegnare, alle persone in difficoltà, tutti i giorni la spesa a domicilio.

L’ordinanza provinciale, con l’altopiano di Piné diventato zona rossa, ha limitato anche l’accesso dei turisti. Domenica, giornata assolata e con temperature miti, non è stato il solito assalto di ospiti sui laghi, sulle passeggiate, nei bar e nelle pasticcerie, nei dintorni e sulle ciclabili.

E, ieri, è ritornata questa sensazione di tempo sospeso, irreale e ovattato. Un dejà-vu. Ieri mattina il traffico era ridotto al minimo. Qualche camioncino, pochi camion che trasportavano merce deperibile e rifornimenti già programmati alle aziende, autovetture che si potevano contare sulle dita di una mano e anche pochi passanti. La passeggiata lungo lago della Serraia, non preclusa ai pinetani che abitano nei dintorni, era deserta anche quando, verso metà mattina il sole è ritornato a risplendere e le nebbie si erano dissolte.

«Sull’altopiano c’è la consapevolezza - assicura Anita Dallaserra - fra tutti i miei conoscenti che rimanere in casa il più possibile, recarsi a fare la spesa con raziocinio, permettersi la passeggiata rilassante con la mascherina, intorno a casa è rendersi utili per combattere al meglio il contagio. Io faccio tutto questo, ma ritengo che la cosa più importante, perché tutti devono rendersene conto, è che portare la mascherina è un gesto di generosità verso il prossimo. Ho deciso, infatti, che sulla mia scriverò: “Io lo faccio per te, tu fallo per me”».

I negozianti costretti a chiudere i battenti, per lo più, si stanno organizzando per fare delle consegne a domicilio. È questo il caso di Mami Home, un negozio di abbigliamento intimo e per bambini, gestito da due giovani dinamiche donne, che potrebbe tenere aperto, ma che ha comunicato alle proprie clienti, questa importante disponibilità. «Penso sia importante, anche per la nostra serenità, poter avere quello che ci serve, quindi io e la mia socia - dice Michela Grisenti - ci rendiamo disponibili, attraverso video chiamate, a soddisfare le necessità della nostra clientela. La consegna dei capi verrà fatta due, tre volte la settimana rispettando le urgenze». Naturalmente anche tutti i ristoranti e le pizzerie dell’altopiano, quelli che non ne hanno approfittato per fare ferie, sono organizzati per le consegne a domicilio, recuperando tecnologia e metodi di alcuni mesi fa. Gli alberghi, poi, che hanno ospiti in casa possono proseguire anche con la ristorazione, piccolo particolare che era sfuggito nello scorso lockdown. Mentre i negozi di articoli sportivi possono proseguire la normale attività.













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