levico terme 

“Adotta una mucca” va in Bosnia 

L’Apt Valsugana consegna un contributo agli allevatori di Susceka


di Franco Zadra


LEVICO TERME . Una serata inconsueta per “Levico incontra gli autori” ha visto protagonista, non un autore ma un forestale in pensione, Gianni Rigoni Stern, figlio del più famoso e compianto Mario, scomparso 10 anni fa. Lisa Orlandi della Piccola Libreria ha portato in città questa volta il promotore di una campagna di solidarietà tra le più urgenti, quella di ricostruire nel dopoguerra della Bosnia, «ricostruire che non significa – ha detto l’assessora provinciale Sara Ferrari – semplicemente dare denaro e tirare su case, ma occorre lavorare per ricreare una economia, rifare il tessuto sociale di un popolo decimato dalla guerra, al quale è stato tolto tutto». Proprio con questo obiettivo, nel 2009 è nato il progetto “La transumanza della pace” sponsorizzato dalla Provincia di Trento e dalla Chiesa Valdese, coordinata da Rigoni Stern di Asiago, Altipiano dei Sette Comuni, donando, ma sarebbe meglio dire affidando, a una cinquantina di famiglie della comunità montana di Susceka sull’altopiano di Srebrenica, delle manze per poter ripartire con una economia di sostentamento e sopravvivere in un territorio martoriato dal terribile genocidio di 23 anni fa, ricordato come il massacro più brutale e sanguinoso dalla fine della seconda guerra mondiale.

Levico in qualche modo ha dato il suo contributo, «onorato di ospitare questa tappa ideale della transumanza della pace», ha detto in sintesi il sindaco, Michele Sartori prima della proiezione del documentario che ne racconta gli sviluppi dal 2010 fino a oggi, nominando una a una le manze donate dagli allevatori e dalle allevatrici della val Rendena, vacche razza Rendena tra le più longeve e resistenti anche se non grandi produttrici di latte. E il recupero socio-economico e ambientale, realizzato da Rigoni Stern, lo si vede nell’ambiente che cambia, nei sorrisi dei bambini, negli abbracci con le anziane allevatrici della Bosnia che ricominciano a vivere.

«Nel 2009 con la regista Roberta Biagiarelli – racconta Gianni - ho visitato Srebrenica, e dal momento che sono laureato in scienze forestali e sono in pensione, mi è stato chiesto di dare una mano per potare le piante. Ho trovato pascoli infestati di felci aquiline, mortali per le vacche, e la gente, tutti avevano almeno 4-5 lutti in famiglia, era allo stremo. In settembre, grazie alle sovvenzioni ottenute dalla Provincia di Trento, sono partito con un primo carico di manze della Val Rendena, fornendo alle famiglie le informazioni necessarie ad allevare i bovini. Grazie ad amici veterinari il progetto è proseguito con attività di formazione e assistenza tecnica. Sono state costruite stalle ampie e moderne e stiamo compiendo un passo avanti verso la realizzazione del caseificio».

Un progetto che continuae che ora ha ricevuto anche il piccolo contributo di “Adotta una mucca” nella sua 14ª edizione. A consegnare l’assegno di 2.000 euro a Gianni Rigoni Stern, il vice presidente di Apt Valsugana Roberto Crivellaro.













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