Una petizione per riaprire la strada tra Nanno e Flavon 

Il progetto. È l’obiettivo immediato del Comitato di lavoro formato da cittadini del Contà, di Cles e Ville d’Anaunia, Predaia e Denno, La via agricolo-forestale, lunga 2 km, è chiusa da un cancello


Giacomo Eccher


Flavon - nanno. Far rivivere i vecchi sentieri che un tempo, quando si andava a piedi o a cavallo, per secoli hanno collegato le comunità sulle due sponde della Tresenga, affluente di destra del fiume Noce che fuoriesce dal lago di Tovel, nella bassa valle di Non. Questo l’obiettivo del “Comitato di lavoro”, formato da cittadini dei comuni del Contà, di Ville d’Anaunia, di Cles, di Predaia e di Denno, che sta operando per l’elaborazione di un articolato progetto di valorizzazione di una complessa rete di collegamenti stradali agricolo-forestali, di percorsi turistico-sportivi, di sentieri attrezzati che rappresentino una serie di collegamenti trasversali e longitudinali nella media e bassa Valle di Non tra le sponde della Tresenga e del Noce.

Un progetto interessante e condiviso come dimostrano le centinaia di firme raccolte in poche settimane dai promotori, tra cui molti ex primi cittadini dei comuni della media valle, e da tante associazioni interessate alla valorizzazione turistico – storico - sportiva di bellezze ora di fatto nascoste ed irraggiungibili.

«Si tratta di muoversi in una non più trascurabile visione di interventi sul territorio della nostra Valle, ricchissima di prospettive sul piano concreto e operativo, volta ad una valorizzazione ambientale» - spiega Renzo Cristoforetti, già sindaco di Nanno. Idea subito condivisa da molti residenti anche nel dirimpettaio ex comune di Flavon perché punta, nell’immediato, a rivendicare il ripristino del diritto di transito tra due comunità con una strada esistente, seppure solo agricolo – forestale, lunga poco più di due chilometri invece dei venti che oggi servono transitando lungo la Sp Destra Anaunia e Terres. Passaggio da sempre esercitato tra le popolazioni dei due versanti ed ora interdetto dalla posa di un cancello messo in opera da un privato. «Impedisce di godere del patrimonio naturalistico-ambientale, agricolo-forestale e storico, che le forre del Noce e della Tresenga possono offrire ai residenti innanzitutto e a coloro che da fuori guardano alla nostra Valle e che va pertanto tolto» - scrive la petizione che tra i promotori in prima fila con Cristoforetti schiera Albino Tolotti, già assessore alla cultura dell’ex comune di Flavon, e il geometra Giancarlo Breda, di Terres.

Fino agli anni Sessanta, l’attraversamento del torrente Tresenga tra Nanno e Flavon avveniva sul vecchio ponte comunale travolto nel 1966 dall’alluvione che aveva flagellato tutto il Trentino. Per evitare il continuo smottamento della costa sinistra della Tresenga verso Nanno, il Servizio Bacini Montani della Provincia aveva quindi deviato il torrente e solo nel 1977, con i recupero di putrelle in ferro dalla demolizione dell’ex vecchio magazzino frutta di Nanno, era stato realizzato il ponte. Per raccordarlo con la strada comunale che scende da Nanno, al posto del vecchio tracciato cancellato dall’alluvione era stato creato un nuovo passaggio su terreni privati. Tutto bene fino a quando uno dei proprietari che all’epoca avevano sottoscritto l’accordo di passaggio ha ceduto il terreno ad un contadino che ha chiuso il passaggio con il cancello. «Un abuso che abbiamo segnalato ai Comuni di Contà e Ville d’Anaunia, gli enti dirimpettai e alla Provincia Bacini Montani, chiedendo il ripristino del libero passaggio come è sempre avvenuto» - affermano i promotori della petizione. Finora non si è mosso nulla, ma non demordono: con il lockdown si è ancora di più accresciuta la voglia e l’importanza di percorsi rilassanti e suggestivi, e questo lo è davvero nel conteso di una rete che potrebbe coinvolgere i Percorsi d’Anaunia e la Forra di Santa Giustina.















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