«Tovel, diritti di uso civico violati» 

Per “Fero” Valentini l’area è diventata «merce da sfruttare e mercanteggiare»



TUENNO. Continua a tener banco la chiusura della strada Tovel, e sulla vicenda interviene con una lettera al giornale il popolare Ferruccio “Fero” Valentini, lettera in cui stigmatizza, come immotivato, il provvedimento che a suo dire non avrebbe fondamento vista la storia di decenni della strada.

“Tovel – scrive Fero - in quanto area dolomitica, è patrimonio Unesco, che vuol dire patrimonio di tutti e per tutti: è veramente così? Nel caso di Tovel non mi risulta perché ci sono delle cose che non quadrano. Le bellezze della nostra natura sono diventate merce e beni da mercanteggiare e sfruttare. C’è chi crede di elevarsi con la ‘nostra terra’: ma la terra non parla con voi perché siete i suoi nemici, ma a chi la rispetta! Il principio dell'uguaglianza non è più rispettato se si chiude la strada ai suoi residenti ed ai loro usi civici, ma si concede il passaggio alle ditte dei camion privati per trasportare del legname verso il paese! Il richiamo alla sicurezza in questo caso mi pare strumentale e fuorviante. Sappiamo tutti che il periodo più sicuro in queste situazioni è quello invernale, nel momento del gelo: questo infatti trattiene la roccia e perciò non esiste pericolo. A dimostrazione di ciò il fatto che a memoria d’uomo lungo quella strada non è mai successo niente. Non esiste lungo quel percorso nulla del genere”.

“Ci hanno esposto un’ordinanza di divieto, che verrà tolto - prosegue Ferruccio Valentini nella sua lettera al Trentino - proprio nel momento del disgelo perché inizia lo ‘sfruttamento’ della nostra valle da parte dell'Ente Parco. Al nostro popolo non è permesso di esercitare l’inviolabile diritto di uso civico, né di calpestare il nostro estimo catastale. Gli ordini teneteli per voi, incapaci di copiare dalla Provincia nostra limitrofa dove i sassi dalla montagna non cadono mai. Ci impedite di servirci della nostre economia sostenibile. Gli ‘Indiani’ ci sono non solo in America ma anche a Tuenno, nell'evoluto Trentino! Tutto ciò è per permettere di gestire e mercanteggiare la ‘nostra terra’ al padrino di turno, il Parco Adamello Brenta. Non è una strada per me il problema… Il vero problema - conclude Valentini - non sono i grandi predatori ma questa Babilonia che vuol far diventare il Patrimonio Unesco terra di tutti ma per nessuno di noi!» (g.e.)















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