«Ripartiamo senza scordare la lezione della pandemia»

Sanzeno. Festa dei Santi Martiri in tono ridotto come partecipazione di fedeli, ma non è mancata la consueta solennità grazie anche alla partecipazione dell’arcivescovo monsignor Lauro Tisi. Il...



Sanzeno. Festa dei Santi Martiri in tono ridotto come partecipazione di fedeli, ma non è mancata la consueta solennità grazie anche alla partecipazione dell’arcivescovo monsignor Lauro Tisi. Il presule anche in questo tempo di pandemia ha voluto tenere fede alla promessa, fatta all’indomani della consacrazione a vescovo di Trento, di essere presente ad una ricorrenza, quella dei Santi Martiri di Sanzeno, che sono una delle due pietre miliari, accanto al vescovo Vigilio, su cui si fonda la diocesi di Trento, una delle poche chiese locali a vantare solide basi storiche sulla propria origine.

Rigorosamente mascherati, sull’altare accanto al presule, hanno concelebrato il custode della basilica anauniese padre Giorgio Silvestri con don Renzo Zeni, delegato vescovile per le Valli del Noce ed alcuni sacerdoti tra cui monsignor Dario Pret, parroco di Fondo, e don Franco Torresani, il prete volante (noneso di Tassullo) arrivato appositamente da San Martino d’Arco, dove è parroco, assieme al collega di Dro, don Tiziano Anzelini, originario di Fondo.

Saltata la processione con l’urna dei Santi Martiri, tutta la cerimonia si è concentrata nella basilica. In sordina anche la cerimonia del dono dell’olio votivo che arderà per un anno sull’urna dei tre santi anauniesi, accesa, a nome anche dei primi cittadini della valle, dal sindaco di Sanzeno Paolo Pellizzari. Ridotta all’osso la consueta coreografia di preghiere, devozioni e canti (accompagnati all’organo da Alberto Nicolodi di Cles) che in anni normali vedeva la presenza di centinaia di fedeli da tutta la valle.

L’arcivescovo, nell’omelia, ha parlato della ripartenza, una parola che è sulla bocca di tutti dopo lo stop forzato che il Covid 19 ha imposto a tutte le attività, anche della chiesa, bloccando la mobilità e gran parte del mondo del lavoro che ora vuol tornare alla normalità: «Ripartire certo ma cambiando, perché, se tutto torna come prima, la lezione della pandemia non è servita a nulla se non a creare lutti e timori: questa lezione non deve essere vana». Riferendosi all’imminente festività della Pentecoste, monsignor Tisi ha invocato lo Spirito «che ci custodisca la memoria di quanto abbiamo appena trascorso» e ci aiuti ad una ripartenza riscoprendo i valori veri. Un accenno infine al nuovo arcivescovo di Genova, il frate conventuale (lo stesso Ordine dei Francescani di Sanzeno) padre Marco Tasca nominato dal Papa successore del cardinale Angelo Bagnasco e che verrà consacrato il prossimo 11 luglio nel capoluogo ligure. G.E.















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