La Shoah torna a far riflettere i ragazzi del Russell

Cles. Una mostra ricca di significati e un lungo momento di riflessione per rallentare un attimo e fermarsi a pensare, tutti insieme e ognuno con se stesso, a ciò che l’uomo, qualche decennio fa, è...


Fabrizio Brida


Cles. Una mostra ricca di significati e un lungo momento di riflessione per rallentare un attimo e fermarsi a pensare, tutti insieme e ognuno con se stesso, a ciò che l’uomo, qualche decennio fa, è stato in grado di concepire. Perché i fatti accaduti e i milioni di persone sterminate non vengano dimenticati, perché eventi simili non si ripetano mai più. Perché la storia sia davvero maestra di vita.

La Giornata della Memoria ha avuto un sapore particolarmente intenso per gli studenti delle quarte e quinte del Liceo Russell di Cles, che ieri nell’auditorium del polo scolastico hanno vissuto una mattinata di approfondimenti, pensieri, spunti sui quali soffermarsi e riflettere.

Dopo il saluto e l’introduzione da parte della dirigente scolastica Teresa Periti, che ha sottolineato come le iniziative realizzate mirino a “trasmettere un messaggio di pace, di dialogo, di diffusione di una cultura del rispetto”, la parola è passata al sindaco di Cles Ruggero Mucchi, che ha accolto con piacere l’invito a partecipare all’evento. Il primo cittadino ha posto l’accento sull’importanza di conoscere ciò che è accaduto attraverso i racconti, la storia delle persone che hanno vissuto quei momenti. E su come siano fondamentali il rispetto della persona e l’amore nei confronti del “diverso”.

A illustrare i dettagli della mostra “Spots of light - Punti di luce”, che racconta la Shoah dal punto di vista della donna, è stato il professore di storia e filosofia Alessandro Paris, che ha curato il progetto insieme alla Commissione Memoria.

«L’esposizione, con didascalie in italiano e in inglese, è curata dall’istituto Yad Vashem di Gerusalemme e rappresenta il senso del museo della Shoah, ponendo al centro la persona e sottolineando l’importanza della vita – ha spiegato Paris –. L’idea è di partire dalla microstoria per incrociarla con i numeri e gli eventi».

I pannelli esposti raccontano infatti di singole donne che hanno visto con i propri occhi e vissuto sulla propria pelle gli orrori della Shoah. Delle testimonianze concrete, vive, da conoscere per non dimenticare. «Il pericolo che corriamo oggi è quello della retorica della memoria – ha proseguito Paris –. Ma perché è importante parlare di certi avvenimenti? Perché si pensa che ciò che è accaduto possa succedere di nuovo».

Il microfono è passato quindi nelle mani dell’avvocato Michele Bonmassar, autore del libro “Diritto e razza. Gli italiani in Africa”, che, partendo da un video del 1938 in cui Mussolini annuncia a Trieste l’introduzione delle leggi razziali, ha proposto un interessante approfondimento proprio sulle leggi razziali e sul concetto di razza.

È stata poi la volta dell’intervento del professor Francesco Arpa, docente di diritto del liceo clesiano, e della presentazione di un gruppo di ragazzi che hanno raccontato la loro esperienza vissuta con il “Treno della Memoria”, che hanno concluso una mattinata ricca di spunti di riflessione e di concetti fondamentali. Come quelli di rispetto, memoria, vita.













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