VAL DI NON

Il Pd “mobilita” i sindaci nonesi sulla ladinità

Siamo alla fine di un anno “horribilis” causa Covid e le difficoltà che si prospettano rendono indispensabile portare avanti con convinzione ancora maggiore la questione del riconoscimento della ladinità delle popolazioni delle Valli del Noce



VAL DI NON. Siamo alla fine di un anno “horribilis” causa Covid e le difficoltà che si prospettano rendono indispensabile portare avanti con convinzione ancora maggiore la questione del riconoscimento della ladinità delle popolazioni delle Valli del Noce. «Questo anche perché – scrive il Circolo del Partito democratico della valle di Non nella mozione inviata ai Comuni della valle - gli enormi problemi che la pandemia porrà alla ripresa (debiti da saldare, strutture da ripensare) richiederanno una forte coscienza e partecipazione popolare con adeguate strutture organizzative in cui vengano valorizzate le peculiarità e l’inventiva del popolo noneso, il quale in passato ha già dato prova di grandi capacità di superare avversità naturali e storiche». Parte da qui l’invito del Pd ai nuovi sindaci di portare e approvare la mozione nei loro consigli comunali».

Questo è un momento difficile e denso di preoccupazioni – ricorda il documento, stilato con il contributo di Ezio Trentini e Sergio De Carneri - «e il pensiero va a tutte le persone in difficoltà e ai medici, infermieri e operatori sanitari che sulla linea del fronte. Il lavoro però non si ferma, bisogna continuare le battaglie decisive per la Valle». Anche perché il prossimo anno sarà quello del censimento, il terzo dopo il 2001 e il 2011 in cui i nonesi e i solandri avranno l’opportunità di dichiarare la loro appartenenza alla minoranza linguistica ladina “retica”. Con il censimento del 2011 le dichiarazioni di appartenenza al gruppo ladino “retico” hanno sorpassato in termini numerici quello ladino “dolomitico” di Fassa. Dunque il gruppo ladino “retico” risulta il più numeroso in Trentino ma nonostante tutto questo la Provincia e le altre istituzioni hanno ignorato ancora una volta il responso popolare. «Una discriminazione in contrasto con i fondamentali principi che informano lo Statuto (l’articolo 2) il quale afferma pari dignità dei gruppi linguistici nel territorio della Regione ed il diritto di ciascuno di essi alla piena tutela identitaria».

Per questo il Circolo del Partito democratico della Valle di Non, con la segretaria Giulia Bergamo, ha deciso di approvare e poi proporre ai comuni nonesi la “mozione di riconoscimento ladinità nonesa” per attivare un’iniziativa concreta sul territorio e smuovere il Consiglio provinciale e la Commissione dei Dodici. In questi mesi alcuni Comuni hanno già aderito all’appello che secondo il Pd va esteso anche alla Comunità di Valle in quanto organo rappresentativo di tutti i Comuni. «È quindi necessario che anche per la Val di Non venga aggiunto all’art. 102 dello Statuto Speciale un comma analogo a quello aggiunto nel 2017 mediante Legge Costituzionale per la Comunità di Fassa. In esso viene valorizzata la funzione del Comun General de Fascia, ente sovracomunale analogo alla nostra Comunità di Valle, che deve diventare il fulcro dei comuni della Val di Non, che nel frattempo, con lungimiranti operazioni di accorpamento sono scesi da 38 a 23 e si prevede diminuiscano ancora aumentandone l’efficacia e l’autorevolezza».













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