ATavon ultima settimana di riprese del thriller 

Incontro con il regista. Fusco e la sceneggiatrice del film girato all’agritur Alpenvidehof sottolineano: «Tratto dalla storia del padre padrone, parla della violenza contro le donne»


Giacomo Eccher


Tavon. Ancora una settimana di riprese a Tavon per il thriller “L’ultimo codice”, lungometraggio che si ispira ad un terribile e tragico fatto di cronaca successo alcuni anni fa in Austria. L’altra sera, all’agritur-maneggio Agostini, il regista Carlo Fusco ha voluto incontrare stampa e popolazione con il cast internazionale di attori che recitano nel film, che sarà in distribuzione da ottobre nelle sale del Nord America (Usa e Canada) e un paio di mesi dopo in Europa e quindi in Italia. La pellicola sarà in ogni caso presente in anteprima al Festival di Cannes in maggio e la sceneggiatura, curata da Ieva Lykos (che nel film oltre a firmare il copione interpreta anche il ruolo di protagonista femminile) sta già ottenendo riconoscimenti nelle varie rassegne internazionali di scenografia cinematografica (Los Angeles, Chicago e Mosca, solo per citare le ultime in ordine di tempo).

Presenti all’incontro i titolari dell’Alpenvidehof, l’agriturismo di Tavon dove è stato ricostruito, sulla base di documentazione ricavata dalle cronache dell’epoca, il bunker dove il padre-mostro Josef Fritzl, di Amstetten, in Austria, per 24 anni aveva segregato la figlia costringendola a rapporti incestuosi per anni. Su questo il regista Carlo Fusco, e in particolare la sceneggiatrice, hanno insistito spiegando che la vicenda base del film è sì ispirata al fatto di cronaca, ma interpreta liberamente la vicenda con un’ottica che affronta un tema di stretta attualità: la violenza contro le donne in un contesto familiare.

«Si tratta di un thriller psicologico e la sceneggiatura non ha carattere biografico dei fatti successi in quel bunker, perché nessuno dei protagonisti, né il carnefice e nemmeno le vittime, hanno mai reso testimonianza pubblica. I fatti rimangono racchiusi negli atti processuali» - ha precisato la scenografa. Sulla vicenda – ha ribadito– sono stati scritti fiumi di inchiostro, ma è la prima volta che se ne occupa il cinema, raccontando una vicenda che, essendo già successa, potrebbe anche succedere di nuovo.

Parole di elogio invece, sia dal regista che dagli attori, per l’ambientazione territoriale e per la disponibilità che i vari soggetti coinvolti hanno riservato e riservano alla troupe per una produzione che – è stato sottolineato – poggia solo su finanziamenti privati senza alcun tipo di sussidio pubblico. Le scene sono tutte girate in inglese e tutti si sono detti più che soddisfatti per l’ospitalità dell’Alpenvidehof che - lo ricordiamo – proprio a ridosso delle riprese era stato vittima di un incendio doloso, i cui danni sono stati riparati a tempo di record anche grazie alla disponibilità di artigiani del posto e alla vicinanza del Comune di Predaia e della Pro Loco di Coredo.

A proposito di Pro Loco, parlando a nome del direttivo Stefania Rizzardi ha elogiato la determinazione dei due titolari della struttura, Walter e Nadia Pollini, e di Dario Agostini, dell’omonimo agritur di Tavon per aver fortemente voluto questa produzione cinematografica che avrà sicuramente una ricaduta positiva per tutta la valle di Non. Quanto alle riprese, domani il set si sposterà in centro paese a Tavon con il coinvolgimento dei numerose comparse locali, mentre l’ospedale che aveva soccorso per primo le vittime del padre padrone verrà allestito nelle ex scuole elementari di Coredo.

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