«Anche Giuseppe Ruatti meritava un ricordo» 

Le lagnanze di Graiff. Il mancato riconoscimento all’agronomo nella cerimonia per i 150 anni del ritrovamento della Tavola Clesiana è uno dei punti sui quali l’avvocato muove le sue critiche


Giacomo Eccher


Cles. Tanti riferimenti e ricononoscimenti, ma qualche dimenticanza che andava evitata quando si parla di Tavola Clesiana. A dirlo con la consueta franchezza è l’ex presidente del consiglio comunale di Cles, l’avvocato Marcello Graiff, con riferimento alla cerimonia in programma domani alle 18 a Palazzo Assessorile, a 150 anni esatti dal ritrovamento della preziosa tavoletta in bronzo, uno dei documenti fondamentali per la storia antica della valle di Non e del Trentino.

All’incontro, voluto dal Comune con la Pro Cultura Centro Studi Nonesi ed il supporto della Sovrintendenza dei Beni Culturali della Provincia e del Castello del Buonconsiglio, è invita la cittadinanza così come i giovani del Consiglio comunale dei Ragazzi e la presidenza della Azienda per i servizi alla persona “Santa Maria”, nel cui giardino è compresa la zona archeologica dei Campi Neri dove la Tavola è stata trovata il 29 aprile 1869.

Errori da evitare

«Anniversario importante che va giustamente ricordato, ma a mio avviso alcune lacune, non so fin quanto volute o casuali, andavano evitate» - afferma Graiff. Tre in particolare le sue “lagnanze”. La prima è la mancata occasione per rimuovere, una volta per tutte, quella che Graiff considera un falso, la definizione di “tabula” invece che di “tavola” (nome questo sempre usato nel linguaggio scientifico fin dal ritrovamento) che continua a comparire nello spazio di Palazzo Assessorile dedicato alla Tavola Clesiana. «Errore – spiega - che persiste anche nel pannello presso l’Apsp “Santa Maria” per illustrare il sito archeologico, e non capisco perché non si voglia rimediare».

Altro punto di lagnanza, il mancato ricordo, quando si parla della proprietà della Tavola Clesiana, dell’eccezionale presenza a Cles alcuni anni fa per un paio di settimane della preziosa tavoletta originale (che è notoriamente conservata nel castello del Buonconsiglio ed è di proprietà del Comune di Trento) grazie ai buoni uffici dell’ex sindaco Maria Pia Flaim.

La Tavola di Polcevera

Terza questione, la mancata citazione nella scaletta della cerimonia di domani della figura dell’agronomo Giuseppe Ruatti (Rabbi 1886 – Cles 1955), autore tra l’altro di un interessante studio di comparazione tra la Tavola Clesiana (datata 15 marzo del 46 d. C. a firma dell’imperatore Claudio) con la Tavola di Polcevera (Genova) edita a Roma il 13 dicembre del 117 avanti Cristo. La Tavola di Polcevera (fiume recentemente spesso citato dalle cronache per il crollo del ponte Morandi) era stata ritrovata nel 1527 da un contadino in un campo di Pedemonte (località sopra Genova) circostanza che l’accomuna con la Tavola Clesiana pure rinvenuta casualmente da un contadino in un podere 350 anni dopo. La Carta di Polcevera è in ogni caso citata nel volumetto “Il diritto Romano nella Tavola Clesiana” del notaio Martina d’Agostino ed edito dalla Pro Cultura Centro Studi Nonesi e il testo sarà presentato lunedì nel corso della cerimonia dalla presidente Giulia Stringari.

«Giuseppe Ruatti a mio avviso meritava uno spazio a sé così come doverosamente è ricordato il clesiano Luigi de Campi. Ma forse non è una dimenticanza casuale, perché il Ruatti, a differenza di altri studiosi, non dà una lettura “politica” della Tavola Clesiana ma esclusivamente giuridico – agricola come riconoscimento di diritti già praticati dalle popolazioni anauni. In pratica un condono!» - conclude Marcello Graiff. A 150 anni dal ritrovamento la Tavola Clesiana continua dunque a far discutere, e se ne parlerà ancora a lungo.















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