Ai Pradiei il “re di quaglie” ormai è quasi scomparso 

Lo afferma il naturalista Sergio Abram, secondo il quale le misure adottate anche quest’anno dall’Unione Alta Anaunia sono quantomeno tardive


di Giacomo Eccher


ALTA VAL DI NON. La giunta dell’Unione Alta Anaunia ha confermato anche per il 2018 l’adesione al progetto “Re di quaglie” (crex crex, il nome scientifico). Per questo obiettivo l’Unione si era fatta promotrice della costituzione, in collaborazione con l’Unione Allevatori, di una Associazione temporanea di scopo per la partecipazione al bando dell’apposita misura Ue recepita nel Piano di sviluppo rurale della Provincia per promuovere azioni congiunte volta “alla mitigazione del cambiamento climatico, l’adattamento ad esso e sostegno per approcci comuni ai progetti collettivi di miglioramento ambientale”. L’operazione in particolare risponde al “fabbisogno di favorire lo sviluppo degli approcci collettivi nella gestione del territorio e nell’integrazione tra agricoltura, turismo e ambiente anche con riferimento agli habitat, specie e connettività ecologica, salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità, compreso nelle zone Natura 2000 e nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell’agricoltura ad alto valore naturalistico, nonché dell’assetto paesaggistico dell’Europa”.

Il re di quaglie è un uccello poco più grande di una quaglia ed è in forte regresso in tutta Europa, minacciato di estinzione; in Trentino è presente con piccole popolazioni isolate nelle zone prative di mezza montagna. Ha un piumaggio mimetico, che comprende una grande varietà di toni di bruni, castani, rossicci, ruggine, beige e grigi. Non si fa quasi mai osservare, in quanto trascorre la maggior parte del tempo nel folto della vegetazione erbacea. La sua presenza viene però tradita dal canto territoriale del maschio, che è estremamente caratteristico ed assomiglia ad un "crex crex" (da cui deriva il nome scientifico). Fino a vent’anni fa, come documentava il naturalista Sergio Abram in un articolo pubblicato dalla rivista “Anaunion” edita dall’associazione culturale G.B. Lampi, in Alta valle di Non il numero dei maschi del re di quaglie in canto nel periodo compreso tra metà maggio e metà giugno (dunque fino al taglio del primo fieno) era tra 16 e 21 soggetti distribuiti in un vasto territorio tra Don, Amblar, Romeno, Cavareno, Sarnonico, Malosco e Fondo. «Soprattutto nel territorio di Fondo, ai Pradiei, in passato si rilevava la presenza di questo uccello anche in piena estate e si rammenta di qualche esemplare abbattuto in settembre nell’ambito dell’esercizio della caccia con cani da ferma» - scriveva allora Abram. Ed oggi? «La situazione è disastrosa, inutile chiudere la stalla, perché i buoi sono scappati. Queste misure dovevano essere adottate molto tempo prima perché dai Pradiei non solo è quasi scomparso il re di quaglie, ma sono definitivamente spariti lo zigolo giallo, lo schiaccino e le allodole. E anche le quaglie sono ormai una rarità” - rincara Abram facendo il raffronto con il 1996, l’anno in cui era venuto ad abitare in Alta valle di Non.

Tornando alla delibera, l’Unione Alta Anaunia con tale provvedimento ha assegnato all’Apt Val di Non il contributo di 1.549 euro quale soggetto attuatore dell’azione di comunicazione, per l’elaborazione dei testi per la realizzazione del materiale editoriale relativo al progetto territoriale collettivo a finalità ambientale denominata “Progetto re di quaglie”.















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