A Cogolo per studiare  il bosco che salva dai massi 

Il progetto europeo. Sono 15 i partner di varie regioni alpine che partecipano a Rockthealps Si analizzano le caratteristiche delle foreste che proteggono dalle frane per farne un modello



Peio. Fari puntati a Cogolo di Peio sui massi, sulle conseguenze della loro caduta e sull’efficacia del bosco nel trattenerli. La Val de la Mare ha ospitato nei giorni scorsi lo “stakeholders meeting” del progetto europeo “Rockthealps”, nell’ambito dello Spazio alpino di “Interreg”, una proposta di cooperazione interregionale fra 15 partner di varie regioni alpine sulle foreste di protezione da massi.

Il sentiero a Pontevecchio

I partner italiani che aderiscono al progetto sono, oltre al Servizio foreste e fauna della Provincia di Trento, Ersaf Lombardia, le Università di Padova e di Torino e il Politecnico di Torino. Durante il meeting sono state visitate due aree di studio oggetto di rilievi approfonditi sull’efficacia del bosco nella protezione da massi. In particolare l’area Pontevecchio, a monte dell’omonima malga, presenta popolamenti di larice e cembro interessati da ricorrenti fenomeni di caduta massi, attraversati da un sentiero del Parco Nazionale dello Stelvio molto frequentato da turisti ed escursionisti durante la stagione estiva. Nel corso della visita sono stati analizzati i danni e le risposte di queste parti di bosco alla caduta massi, nonché le misure gestionali. Sono state illustrate le simulazioni effettuate con modelli tridimensionali, a partire da rilievi dei massi e del popolamento forestale, per quantificare l’efficacia del bosco nella trattenuta dei massi e nella dissipazione della loro energia cinetica cumulata.

La zona, caratterizzata dalla presenza di canaloni di valanga, funge da test area anche per la modellizzazione delle aree potenzialmente soggette ai fenomeni valanghivi, in corso di realizzazione in collaborazione con il Wsl (Istituto per lo studio della neve e delle valanghe) di Davos. Sono stati quindi analizzati i concetti di base e la metodologia di questa modellizzazione, sulla base di un’anteprima relativa all’area di studio.

La strada sotto Prabon

Nel pomeriggio è stata poi approfondita l’analisi su una seconda area di studio, quella di Prabon, il cui bosco svolge un’importante funzione di protezione nei confronti della strada comunale sottostante a servizio di parcheggi, attività ricettive e della centrale idroelettrica.

Oltre alla definizione del valore di protezione tramite le simulazioni in 3D, ci si è confrontati sui metodi e gli scopi della valutazione economica della funzione di protezione svolta dal bosco.

Erano presenti e hanno portato i loro contributi dei rappresentanti dell’amministrazione provinciale (anche del settore forestale, meteorologico e geologico), dell’Asuc di Cogolo, del Comune di Peio, del Parco Nazionale dello Stelvio settore Trentino, dell’Università di Padova e di Hydro Dolomiti Energia. F.B.















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