IL CASO

’Ndrangheta nelle cave di Lona nei guai anche un generale

Tra i 32 indagati c’è anche un ex comandante regionale dell’esercito, per il quale si ipotizza il reato di favoreggiamento



TRENTO. L’indagine dell’operazione Perfido, che ipotizza l’infiltrazione della malavita organizzata calabrese nelle cave della val di Cembra, si arricchisce di un nuovo capitolo. Stamattina (11 novembre), alla caserma dei carabinieri di via Barbacovi, si svolgerà una sorta di incidente probatorio - dal punto di vista tecnico “accertamenti tecnici non ripetibili” - con l’ausilio del personale del Ros sui dispositivi sequestrati a ben 29 indagati. Si tratta di computer, pc portatili, tablet e telefoni cellulari, le cui memorie interne verranno duplicate e messe a disposizione della magistratura.

E tra gli indagati a piede libero - una dozzina abbondante - tra i quali figurano il sindaco di Lona Lases Roberto Delmonego, il vicesindaco di Frassilongo ed ex vicepresidente della Comunità di valle Alta Valsugana Bersntol Bruno Groff, l’ex deputato Mauro Ottobre, per i quali viene ipotizzato il reato di voto di scambio, anche un alto ufficiale dell’esercito, per il quale si ipotizza il reato di favoreggiamento personale. Non è una figura di secondo piano: si tratta di un generale di Brigata. Secondo gli investigatori,l'ufficiale si sarebbe speso per raccogliere informazioni da proprie fonti confidenziali sulle indagini in corso nei confronti di Domenico Morello, e ciò risulterebbe anche da una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali. Risultano indagati anche due imprenditori del porfido, il trentino Bruno Saltori, 52 anni (l’ipotesi di reato è favoreggiamento personale), e il siciliano Francesco Favara, 46 anni (per il quale si ipotizza il reato di spendita di banconote false). Denunciato anche un altro carabiniere: il calabrese Luigi Sperinini, 40 anni (ipotesi di reato: rivelazione di segreti d’ufficio). 













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