sanità

Mancano 550 medici, i sindacati: «In Trentino superata la soglia critica»

Cimo e Fesmed: «Dirigenza medica esclusa dai rinnovi contrattuali, considerata di serie B rispetto al resto d’italia»



TRENTO. Un dato che rende la situazione: in Trentino abbiamo 30 medici per 10.000 abitanti, mentre in Emilia-Romagna il rapporto sale a 40 medici per 10.000 abitanti. Facendo le dovute proporzioni, in Trentino mancherebbero pertanto 550 medici. «Continuare a giustificare numeri così deludenti non fa altro che accrescere lo stato di frustrazione dei professionisti che già ora, superata ampiamente la soglia critica, sono portati a scegliere altre strade che permettano loro di lavorare in condizioni di maggiore serenità», denunciano Cimo e Fesmed, che rappresentano la dirigenza medica veterinaria e sanitaria in Trentino.

Dal 2017 al 2021 – denunciano i sindacati – la crescita del numero di medici in Trentino non si è verificata, come invece è stato nelle altre regioni italiane e persino nella vicina Provincia autonoma di Bolzano. L'incremento di 48 specialisti (passati, secondo l'Istat, da 1256 a 1304), va a mantenere un rapporto costante, non incrementale, nella nostra Provincia dove il rapporto di medici (specialisti e di medicina generale) per 10.000 abitanti risulta pari a 0,2, a fronte di una media nazionale dello 0,9.

C’è poi la questione delle retribuzioni. «A livello nazionale – proseguono Cimo e Fesmed – dovrebbe essere prevista a breve la firma del rinnovo 2019-2021 che porterà da subito i colleghi delle altre regioni ad avere un incremento stipendiale pari al 3,78%, oltre a circa 7.000 euro di arretrati dei 5 anni di vacanza contrattuale, ma soprattutto a godere di alcune novità normative che, se attuate correttamente, potrebbero migliorare le condizioni di lavoro. Dal giorno successivo a quello della firma del contratto nazionale, quindi, i dirigenti medici e sanitari del Trentino ripiomberanno nella condizione di medici e sanitari di serie B rispetto al resto d'Italia, con buona pace dei discorsi profusi sulla attrattività del nostro territorio». 

"Un ulteriore schiaffo morale alla dirigenza medica, veterinaria e sanitaria della provincia di Trento è arrivato pochi giorni fa con l'annuncio del finanziamento dei rinnovi contrattuali 2022-2024 del comparto del pubblico, sanità compresa, ma non per la dirigenza medica, veterinaria e sanitaria della provincia di Trento, ferma ad un contratto ormai scaduto nel 2019.  Medici, veterinari e dirigenti sanitari della provincia di Trento hanno ottenuto, solo dopo una serie di manifestazioni di protesta portate avanti in tutti gli ospedali della provincia, l'adeguamento di alcune voci economiche e normative al contratto nazionale solo per il triennio 2016-2018. Questo significa che gli stipendi della dirigenza sanitaria trentina sono pari a quelli che i colleghi delle altre regioni percepivano 5 anni fa», si legge ancora nella nota.

«Ci auguriamo – concludono - che la finanziaria in discussione in questi giorni preveda un finanziamento del contratto della Dirigenza medica, veterinaria e sanitaria che possa portare, al momento della disdetta della contrattazione provinciale vigente e risalente ormai al 2006, a recuperare una differenza di trattamento rispetto ai colleghi delle altre regioni italiane che, a brevissimo, potrebbe diventare macroscopica e non più giustificabile».













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