L'INIZIATIVA

Malate di tumore, si cercano donatrici  per le parrucche 

In Alto Adige ecco il progetto Rapunzel, lanciato da Evi Weger, in ricordo della zia. Oggi alla Fiera d'Autunno si può farsi tagliare i capelli 


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Lei era ancora una bambina quando a sua zia Margit, alla quale era molto legata, venne diagnosticato un tumore. Ne era uscita e per qualche anno la malattia le aveva concesso di tornare ad una vita normale. Ma era solo una breve tregua. Perché qualche anno dopo c’era stata la ricaduta che assieme alla speranza si era portata via i capelli.

La zia Margit oggi non c’è più; ma Evi Weger, 28 anni, originaria di Termeno che da due anni vive a Rotterdam in Olanda, non ha mai dimenticato le sue paure e l’amarezza nel guardarsi allo specchio e vederci riflessa quella testa pelata per gli effetti della chemioterapia.

Il dolore, le paure, il rifiuto davanti a quel volto nel quale non ti riconosci improvvisamente più, accomunano in tutto il mondo migliaia di pazienti oncologiche. Per questo quando Evi ha scoperto che in Olanda - ma anche in Austria e Germania - ci sono associazioni che promuovono la donazione di capelli, ha deciso di lanciare qualcosa di simile anche in Alto Adige e ha contattato l’Associazione assistenza tumori, proponendo il progetto Rapunzel (Raperonzolo). All’iniziativa partecipano due saloni: il “Fantasy hair and beauty” di Terlano e il salone “Mayr” di Brunico. L’auspicio è che altri aderiscano.

«Per partecipare all’iniziativa bisogna avere i capelli lunghi e non tinti - spiega Verena Mahlknecht che assieme ai colleghi Klaus Ramoser e Katrin Oberrauch, gestisce il salone di Terlano -: la treccia deve essere lunga 30-40 centimetri. Noi li tagliamo gratuitamente e saremo presenti con uno stand alla Fiera di Bolzano».

Possono essere donati anche capelli tagliati da più tempo. Si possono portare direttamente in uno dei due saloni o spedirli per posta. L’importante è che siano puliti e siano stati conservati in forma di treccia. I saloni si incaricheranno poi di spedirli a dei produttori di parrucche in Germania. «Con il ricavato ella vendita delle trecce - spiega Markus Unterkircher dell’Assistenza tumori - contribuiamo all’acquisto di parrucche per le nostre associate». Una curiosità: Evi Weger, che cura il progetto via web, ha ricevuto una mail anche da un giovane attualmente impegnato nel giro del mondo che, una volta tornato a casa, vorrebbe donare i capelli.

Viste le caratteristiche richieste e il fatto che chi possiede una lunga chioma fa fatica ad accorciarla anche di pochi centimetri, non è facile trovare donatrici e donatori, ma qualcuno ha già aderito al progetto. Tanto che Miriam Mayr dello Studio omonimo di Brunico ha portato le trecce donate alla ditta germanica che produce parrucche e ha ricevuto 650 euro. Somma che il salone ha portato a 1.000 e ha donato al progetto Rapunzel dell’Assistenza Tumori. Sul prossimo numero di “La Chance”, il periodico dell’associazione, accanto all’iniziativa lanciata da Evi Weger anche le frangette e i foulard inventati da Julie Meunier, giovane francese, malata di tumore, per piacersi anche durante la chemioterapia.

 













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