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Lavoro, l’attacco dei sindacati trentini: «Basta lanciare allarmi, bisogna cercare soluzioni»

Il caso del turismo: su 3 mila candidature ci sono state solo 128 assunzioni 



TRENTO. "Preso atto che il nostro mercato del lavoro oggi e sempre più in futuro dovrà fare i conti con una carenza di personale giovane legato alle dinamiche demografiche in atto, è ora di affrontare i problemi in modo efficace e concreto.

Abbiamo invece la sensazione che spesso le imprese preferiscono limitarsi a lanciare allarmi, ma che poi facciano poco per uscire da una situazione di stallo".

Così, in una nota congiunta, i sindacalisti Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi, che seguono per Cgil, Cisl e Uil del Trentino le politiche del lavoro.

L'intervento segue le difficoltà evidenziate dalle imprese trentine, in particolare nel turismo, nell'agricoltura e nell'edilizia, nel trovare personale sufficiente ai loro fabbisogni.

Secondo i sindacalisti ci sono oggi strumenti messi in campo da Agenzia del lavoro, su sollecitazione delle stesse aziende, che non vengono presi in considerazione, tra cui i protocolli firmati per reperire personale stagionale.

"Il protocollo siglato lo scorso anno per il turismo - affermano - aveva portato alla raccolta di tremila candidature. Solo 128 di queste persone sono state assunte e nessuno oggi è in grado di dire per quale ragione.

Non è andata molto diversamente nell'agricoltura dove le assunzioni seguite alla raccolta delle candidature sono state minimali, mentre l'analogo protocollo siglato in edilizia non ha portato a nessun risultato tangibile".

Per risolvere il problema delle aziende, Zabbeni, Pomini e Tomasi invitano a creare un asse tra mondo dell'istruzione, della formazione professionale e mondo del lavoro e affrontare il tema delle condizioni di lavoro, a cominciare dalle retribuzioni e dal tipo di contratti offerti. 













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