«Per un’orchidea disposto ad aspettare un anno» 

Mezzolombardo, Henry Gottardi è fotografo naturalista per hobby, ma grazie  a questa passione ha capito che «il sapere ti aiuta nel rispetto dell’ambiente» 


di Marco Weber


MEZZOLOMBARDO. Classe 1978. Fabbro metalmeccanico. Restauratore per hobby delle mitiche “Vespa”. Appassionato fotografo naturalista. Questa in pillole la biografia di Henry Gottardi, protagonista di un lungo articolo, corredato ovviamente di parecchie foto, pubblicato sulla rivista on-line “TrentinoNatura.it” (diretta da Rosario Fichera, collaboratore di questo giornale). Articolo nel quale si parla della passione di Henry per la fotografia naturalista.

«Fin da piccolo – ci dice – esiste in me una forte attrazione per la natura, sia piante che mondo animale. Tanta curiosità di sapere e imparare, di approfondire per continuare a imparare. Non mi accontento mai di guardare e basta, devo saperne di più riguardo a piante e fiori, animali e insetti e volatili. Tutto ciò che ci circonda è incredibile. Quello che non sappiamo su tutto questo è imbarazzante. A scuola non ho studiato niente, o quasi, di tutto questo. Ammetto di non essere stato uno studente modello, ma una passione radicata dentro può spingerti a voler continuamente imparare. Il sapere ti aiuta a capire che bisogna rispettare l'ambiente e portare la massima attenzione per non rovinare l'ecosistema».

Quanto tempo dedichi a questo hobby?

«Il tempo è sempre poco, ma appena possibile carico lo zaino e parto per le mie escursioni e per gli appostamenti. Non sempre esco per fotografare, molte uscite sono dovute al solo scopo di monitoraggio e registrazione. Ogni stagione ha i suoi cambiamenti e da un anno all'altro possono esserci molte differenze. Quando non sono sul campo dedico tanto tempo ad approfondire, a leggere e studiare, archiviare al computer tutto il materiale confrontando le registrazioni da un anno all'altro».

In quali luoghi fotografi?

«Abbiamo un territorio e un ambiente ricco di spunti. Fauna e flora non mancano di certo, basta saper cogliere e valorizzare. Più che altro cerco di fotografare gli ambienti e le zone vicino casa: Piana Rotaliana Bassa Atesina, Altopiano della Paganella e Val di Non. Abbiamo tanto da vedere e imparare fuori la porta di casa e nemmeno ce ne rendiamo conto».

In campo naturalistico quali sono gli scatti dei quali è più orgoglioso?

«Ho avuto la possibilità di realizzare mostre con immagini di paesaggio o altre più incentrate su argomenti dedicati come l'acqua e le sue forme, qualche pubblicazione su libri o riviste, alcune stampe regalate ad amici. Negli anni soddisfazioni e complimenti non sono mancati, ma niente è più appagante dell'orgoglio personale di realizzare e concretizzare un’immagine cercata e voluta da tempo. Aspettare più di un anno prima di riuscire a ritrarre una rara orchidea spontanea, o riuscire a fotografare la nidificazione dell'airone cenerino o l'imbeccata di una coppia di merli acquaioli. Può sembrare accontentarsi di poco ma vi assicuro che vivere questi momenti in prima persona è un'emozione che non ha valore materiale».















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