Paesaggi Rurali Storici, la Val di Cembra in corsa 

Completato l’iter. I vigneti terrazzati, sostenuti da 700 km di muretti a secco, aspirano a essere iscritti nel Registro Nazionale. Tutto è iniziato nel 2014 con lo studio del comitato Vi.Va.Ce.


Carlo Bridi


Val di cembra .I vigneti terrazzati della Valle di Cembra sostenuti da oltre 700 km di classici muri a secco, sono in corsa per ottenere l’iscrizione nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici d’Italia. Iniziato nel 2014 con studi e ricerche sul periodo che va dal 1954 al 2014 fatti dal Comitato Viticoltura Valle di Cembra (Vi.Va.Ce) con il sostegno della Comunità della Valle di Cembra e i fondi Leader del Gal Trentino Centrale, è stato completato l’iter finalizzato a completare l’iter di iscrizione.

Particolarmente soddisfatto il sindaco di Cembra Lisignago, Damiano Zanotelli, che si augura che anche lo step finale sia positivo come gli altri e ricorda come il dossier sia il frutto di un lavoro a più mani coordinate dalla dottoressa Francesca Neonato, agronomo, Scuola Auic del Politecnico di Milano. L’archeologo Alberto Cosner, socio fondatore e attuale presidente della cooperativa di lavoro “TeSto - territorio, storia società”, membro dell’Inventory Group of Terraced Landscapes (ITLA International Terraced Landscapes Alliance), ha curato la complessa parte di analisi cartografica del territorio.

Alla stesura dei testi ha partecipato un nutrito gruppo di persone della valle, a cominciare proprio dal sindaco Zanotelli, agronomo e ricercatore della Libera Università di Bolzano, quindi Giorgio Tecilla, architetto, direttore dell’Osservatorio del paesaggio trentino; Alfonso Lettieri, antropologo, Facoltà di Sociologia di Trento; Mara Lona, Cembrani doc; Fiorino Filippi, architetto paesaggista; Marianna Paolazzi, dottoressa laureata in urbanistica e pianificazione del territorio, IUAV Venezia; Livio Fadanelli, già ricercatore della Fondazione Edmund Mach, San Michele all’Adige; Luciano Lona, fotografo; Maria Pia Dall'Agnol, Azienda del Turismo Altopiano di Piné e Valle di Cembra e Paolo Piffer, ecologo.

Il documento descrive le dinamiche avvenute negli ultimi 60 anni sotto il profilo ambientale, sociale ed economico nella parte della Valle di Cembra più dedita alla viticoltura. Descrive inoltre in maniera dettagliata l’assetto geomorfologico e climatico della valle, i suoi aspetti amministrativi, ne raccoglie l’identità, racconta la storia vitivinicola, le scelte politiche finalizzate allo sviluppo territoriale e l’economia generata dalla filiera del vino in valle negli ultimi sessant’anni. Nella sezione dedicata all’analisi cartografica il paesaggio attuale è confrontato con quello storico del 1954, ricavandone indicazioni preziose sull’evoluzione dei principali usi del suolo, sia in ambito agricolo, che naturale che dell’assetto insediativo di paesi e borghi, masi e “baiti”. L’analisi prosegue con una disamina dei principali fattori di vulnerabilità del paesaggio terrazzato tradizionale, le dinamiche relative all’introduzione di nuove colture, le modifiche delle sistemazioni idraulico agrarie, i cambiamenti nelle pratiche colturali e la valenza dell’agroecomosaico nel suo complesso.

In settimana il sopralluogo in valle del responsabile dell’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale del MIPAAF, primo passo di un percorso che mira ad un traguardo ancora più ambizioso, ovvero la candidatura del territorio a sito GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage System - FAO).













Scuola & Ricerca

In primo piano

L’ultimo saluto

A Miola di Piné l’addio commosso a don Vittorio Cristelli

Una folla al funerale del prete giornalista che ha segnato un’epoca con la sua direzione di “Vita Trentina”. Il vescovo Tisi: «Non sempre la Chiesa ha saputo cogliere le sue provocazioni»

IL LUTTO. Addio a don Cristelli: il prete “militante”
I GIORNALISTI. Vita trentina: «Fede granitica e passione per l'uomo, soprattutto per gli ultimi»
IL SINDACO. Ianeselli: «Giornalista dalla schiena dritta, amico dei poveri e degli ultimi»