Nuova scuola in Uganda: Lavis aiuta padre Bertò 

Solidarietà internazionale. Le associazioni di paese si sono ritrovate in Municipio con le due assessore Caracristi e Pasolli per scegliere un progetto comune e avviare una raccolta fondi 


Daniele Erler


Lavis. La solidarietà di Lavis nel 2020 si rivolgerà all’Africa, a padre Franco Bertò e a una missione per costruire una nuova scuola in Uganda. Nei giorni scorsi, con le due assessore Isabella Caracristi e Caterina Pasolli, le associazioni del paese si sono riunite in municipio. L’obiettivo era di scegliere un progetto comune, per il quale raccogliere i fondi, durante le varie attività culturali e ricreative. In questo caso la proposta è stata presentata da "Dsa Trentino", una realtà che riunisce i genitori di bambini con disturbi dell’apprendimento. Come ha spiegato la vicepresidente Sybille Munaro: «Noi qui aiutiamo chi ha qualche problema nell’imparare. Ma ci sono posti nel mondo dove i bambini non possono neppure andare a scuola».

Solidali per la solidarietà

Sono ormai quasi vent’anni che a Lavis esiste “Solidali per la solidarietà”. È un’iniziativa che era stata inventata dall’allora assessora Elisabetta Vindimian. La ideò qualche tempo prima del suo ultimo viaggio solidale in Africa. Morì in Eritrea, a soli 49 anni, per colpa di un’infezione fulminante. L’idea, allora come oggi, è quella di riuscire a fissare un obiettivo comune per tutto il volontariato di Lavis. E come funziona?

Il Comune mette a disposizione un conto corrente, dove le associazioni possano devolvere i fondi raccolti durante l’anno. Le stesse associazioni propongono vari obiettivi solidali. Durante la riunione vengono discussi, fino ad arrivare a una scelta condivisa. Quest’anno sul tavolo c’erano tre proposte, tutte valide. Dopo un’attenta valutazione, i volontari hanno scelto, all’unanimità, di appoggiare quella di “Dsa Trentino”, perché era la prima volta che l’associazione non aveva mai presentato una sua proposta prima.

Una scuola in Uganda

Padre Franco Bertò è un missionario di origine trentina, in Uganda da quasi 50 anni.

«Sono stato incaricato di aprire una nuova missione a Sanga, in una zona che prima era infestata dalla mosca Tse tse che portava alla morte – spiega –. Ora, dopo una lunga disinfestazione, la mosca è stata debellata e la gente può dissodare la terra per costruire le loro case. È gente povera, venuta da altre zone in cerca di terra da coltivare per il sostentamento delle loro famiglie. Ma solo con una scuola un domani i figli potranno ottenere un lavoro per garantire lo sviluppo locale». Il progetto è di costruire tre aule scolastiche in ognuno dei quattro villaggi più bisognosi. «I ragazzi hanno tanta voglia di studiare, ma mancano le aule. Il governo aiuta a pagare i maestri se le aule vengono costruire in muratura con i mattoni. Questo è impossibile per i genitori che ancora vivono in capanne e coltivano la terra per sopravvivere».

I lavori sono già iniziati, ma per completarli servono ancora 26.900 euro. Lavis ha deciso di rispondere all’appello, con tutti i fondi che saranno raccolti nel corso del 2020.

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