Negozio di Zambana chiuso il Comune nulla può fare 

I temi in consiglio a Lavis. Secondo Lega Nord la giunta avrebbe dovuto proporre al Consorzio 5 Comuni una sede per «salvaguardare la filiera corta». Paolazzi: «Hanno deciso in autonomia»


Rosario Fichera


Lavis. Il Consiglio comunale che si è svolto, in videoconferenza, l’altro ieri sera, ha approvato la seconda adozione della variante non sostanziale al Prg di Lavis 2019 e i lavori di lottizzazione della località Loghet. Approvati anche il nuovo regolamento della Biblioteca intercomunale di Lavis e Terre d'Adige (che sostituisce interamente quello precedente, risalente al 1996) e il nuovo regolamento per l'applicazione della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimiliati.

Il Consiglio, oltre a due interrogazioni presentate dal gruppo consiliare della Lega, inerenti la situazione dei parchi, delle aree attrezzate per il gioco dei bambini e dell'area cani, in riferimento ai protocolli per la riapertura dopo il lockdown e un possibile danno erariale derivante dall’occupazione di suolo per attività commerciali, ha discusso l’ordine del giorno proposto sempre dalla Lega sul “Punto vendita del consorzio 5 Comuni”, che non è stato approvato.

Ad argomentare la proposta è stata la consigliera della Lega, Monica Ceccato che ha ricordato come il punto vendita di Zambana, aperto sin dal 1963, sia stato per gli amministratori dello stesso Consorzio un motivo di vanto, rappresentando un punto di riferimento per la comunità e i turisti per la vendita di prodotti della terra trentina e delle eccellenze locali. Quando un’attività importante decide di andare via, pur nel rispetto e nell’autonomia di un’azienda privata, è sempre una sconfitta per la comunità e per la quale occorre chiedersi il perché. La Lega ha quindi proposto al Consiglio di impegnare il sindaco e la giunta di farsi portavoce della comunità lavisana, cercando di trovare con il Consorzio dei 5 Comuni una soluzione che possa soddisfare le esigenze della comunità, proponendo Lavis come luogo ideale per l’apertura di un nuovo punto vendita in modo da assicurare continuità e professionalità così come garantito fino ad oggi. La proposta, ha tenuto inoltre a precisare la consigliera, non deve essere interpretata come un’ingerenza nell’autonomia di un’azienda privata, ma come un intervento a favore della comunità per salvaguardare la filiera corta, dando spazio e sostenendo la vendita dei prodotti a “km zero”. A favore della proposta è intervenuto anche il consigliere di Lavis Civica, Roberto Piffer.

Il vicesindaco, Luca Paolazzi, esprimendo a nome dei gruppi consiliari di maggioranza dispiacere per la chiusura del punto vendita, ha poi motivato le ragioni del non accoglimento dell’ordine del giorno. Ricordando che il Comune di Lavis non aderisce al Consorzio 5 Comuni, così come erroneamente scritto nell’ordine del giorno, ha evidenziato che lo stesso Consorzio è un soggetto di diritto privato che, nella sua piena autonomia decisionale, qualche anno fa ha stabilito di vendere l’immobile di sua proprietà, dove era locato anche il punto vendita che con altrettanta autonomia decisionale l’azienda ha ora deciso di chiudere.

«Ciò premesso – ha spiegato il vicesindaco - non possiamo quindi che dichiarare la nostra posizione contraria rispetto ad una proposta che riteniamo sbagliata nel metodo ed estranea alle competenze del Consiglio comunale: nel metodo, perché come dichiarato dal presidente del Consorzio, nessuno dei proponenti ha contattato il presidente o il direttivo del Consorzio prima di depositare questo ordine del giorno. E che il risultato, sempre a detta del presidente, sia stato quello di “distorcere la realtà dei fatti riportando dati non corretti e creando disinformazione”. Nella sostanza, perché si chiede al Consiglio di votare per una scelta che compete esclusivamente all’autonomia decisionale del Consorzio, come lo sarebbe per qualsiasi azienda privata».















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