Lavis, il rifugio antiaereo  sarà luogo della memoria 

Segnalato da una targa, custodirà la bomba trovata nel 2002. L’11 novembre con 118 rintocchi saranno ricordati i lavisani morti nella Grande Guerra


di Daniele Erler


LAVIS. Cento anni dopo la fine della prima guerra mondiale, l’11 novembre il Comune di Lavis ricorderà i suoi caduti, istituendo un luogo fisico della memoria al rifugio antiaereo sul Pristol, dove saranno esposte una targa e una bomba aerea disinnescata. Quel giorno le campane della chiesa arcipretale suoneranno 118 rintocchi e il numero non è casuale: 118 sono stati infatti i morti di Lavis durante la Grande Guerra. L’iniziativa è stata proposta dal presidente del consiglio comunale Paolo Facheris e poi approvata all’unanimità, durante la seduta di giovedì sera.

Il rifugio antiaereo è stato costruito solo nel 1943, in realtà non per il primo conflitto mondiale, ma per il secondo. Dava riparo a circa duemila lavisani, quando su Lavis volavano gli aerei alleati che cercavano di abbattere con le bombe – senza mai riuscirci – il ponte dei Vodi. Facheris ha spiegato che comunque questo è per Lavis il luogo fisico migliore per la memoria legata ai caduti di qualsiasi guerra. Questo è lo scenario terribile degli incubi di tanti nonni, che ancora ricordano il suono della sirena e il rombo del famigerato Pippo: un aereo per le incursioni notturne, che si diceva bombardasse ovunque ci fosse una luce.

Al rifugio sarà affissa una targa e saranno esposti i teloni con le immagini della Grande Guerra, appesi da circa un anno su alcuni edifici pubblici di Lavis. Ma soprattutto sarà portato nel rifugio il relitto di una bomba aerea. È la pillolona di 500 libbre, quasi 230 chili, che era stata trovata nel 2002, durante i lavori per il parcheggio della cantina sociale. Ai tempi per disinnescarla furono evacuati circa duemila lavisani, compresi gli ospiti della casa di riposo.

Ora quella stessa bomba resa inoffensiva diventa un simbolo per la memoria. In futuro il rifugio potrebbe accogliere altri reperti, come ha suggerito Roberto Piffer, consigliere di Lavis Civica. Anche perché – è una curiosità condivisa dal sindaco – nei giorni scorsi finalmente l’ufficio tavolare della Provincia ha concluso le operazioni di esproprio iniziate 75 anni fa: e ora il rifugio antiaereo è a tutti gli effetti di proprietà del Comune.

«Credo sia importante ricordare le vicende legate alla guerra, anche con un valore pedagogico – ha detto Facheris –. Il luogo della memoria serve per riconoscere la pace come valore fondamentale per tutti noi». Con un insegnamento da rivolgere soprattutto ai giovani che non hanno mai conosciuto la guerra.

L’iniziativa si inserisce in tutte quelle proposte l’11 novembre in Trentino attraverso il coordinamento dei presidenti dei consigli comunali. Ma assume per Lavis un valore particolare, come ha spiegato il sindaco Andrea Brugnara: «Finalmente dopo cento anni, questo Consiglio comunale può liberamente commemorare i nostri morti nelle fila austroungariche». Come non si era mai fatto prima, per via della censura nazionalista del primo Dopoguerra.















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