La “sbigolada” della tradizione e le foto di antichi carnevali

Valle di Cavedine. Man mano che ci si è avvicinati alla conclusione, il Carnevale 2019 è andato in crescendo in fatto di partecipazione popolare, complici sia le belle giornate primaverili che hanno...


MARIANO BOSETTI


Valle di Cavedine. Man mano che ci si è avvicinati alla conclusione, il Carnevale 2019 è andato in crescendo in fatto di partecipazione popolare, complici sia le belle giornate primaverili che hanno fatto gustare al tepore di un sole a volte addirittura fastidioso un invitante piatto di pastasciutta al ragù vecchia maniera, sia le ormai collaudate vacanze carnevalesche con la chiusura per un paio di giorni, in coda all’ultimo weekend, di tutte le scuole dalle materne alle secondarie di primo grado. Già domenica scorsa sia a Stravino con gli gnocchi e soprattutto a Castel Madruzzo con gli spaghetti è stato un continuo via vai di gente, giunta soprattutto nel paesello ai piedi dell’omonimo castello da tutto il circondario e anche dalla città, con una nutrita rimpatriata di ex compaesani, trasferitisi da tempo nel capoluogo trentino. Infatti un lungo serpentone di macchine posteggiate arrivava fino alla vecchia strada provinciale per Lasino e piccole compagnie di gruppi familiari o di amici, approfittando della bella giornata, sono giunti a piedi dai paesi vicini. Ma il momento clou si è registrato ieri nell’ultimo appuntamento del martedì grasso, con due distinti poli di attrazione: a Pergolese per le comunità del Piano Sarca e soprattutto a Lasino per la valle di Cavedine.

È stato forse in quest’ultimo paese che si è registrato il maggior afflusso di persone (distribuiti 2 quintali di pasta), benché la distribuzione degli spaghetti sia iniziata nel primo pomeriggio. A Lasino infatti non ci si è accontentati del solito programma ripetitivo, proposto nei vari appuntamenti, ma si è cercato di animare la ricorrenza carnascialesca addobbando piazza Degasperi con una particolare scenografia, formata da striscioni multicolori e di pupazzi per sottolineare l’aspetto goliardico-festaiolo del carnevale. La Pro Loco si è attenuta poi nella preparazione della “sbigolada” al rigido rispetto della tradizione con la cottura della pasta nei capienti paioli di rame, usati nel passato al caseificio per la lavorazione dei latticini ed alimentati col fuoco a legna. Ma a Lasino si è offerta un’altra opportunità: il Museo della “Dòna de ’sti ani”, gestito con l’apposito Comitato dall’associazione “Retrospettive”, ha presentato un’interessante e storica mostra fotografica sul “Carnevale di un tempo a Lasino e Castel Madruzzo” (curata da Tiziana Chemotti), che ha riscosso un grande successo, offrendo inoltre l’occasione di una nota culturale nel contesto di una manifestazione prettamente scherzosa e ricreativa.













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