In visita per “Palazzi Aperti”  alla chiesetta di San Siro

Madruzzo. Una quarantina di persone (presenti il sindaco Bortoli e l’assessora Bolognani), nonostante l’incertezza meteorologica del fine settimana, ha partecipato sabato all’iniziativa “Palazzi...



Madruzzo. Una quarantina di persone (presenti il sindaco Bortoli e l’assessora Bolognani), nonostante l’incertezza meteorologica del fine settimana, ha partecipato sabato all’iniziativa “Palazzi Aperti”, proposta dal Comune di Madruzzo, con meta la trecentesca chiesetta di S. Siro. La manifestazione, diffusa a livello provinciale con la finalità di valorizzazione quei siti storico-culturali minori, ma comunque significativi nel contesto del territorio trentino fuori dai grandi circuiti promozionali, si è soffermata quest’anno in valle di Cavedine per fermare l’attenzione su questo piccolo gioiello architettonico, a cui si accede mediante una rustica scala fiancheggiata da cipressi in un contesto paesaggistico unico. Per accompagnare i visitatori è stata chiesta la collaborazione dell’associazione culturale Retrospettive per il tramite di una sua storica ricercatrice, Tiziana Chemotti, punto di riferimento per conoscere la storia della comunità e dei monumenti del paese di Lasino. Riguardo al monumento storico si è chiarito che la costruzione primitiva del piccolo edificio religioso d’impianto romanico con affreschi trecenteschi presentava una piccola abside rivolta ad est. Venne poi rimaneggiata con un ampliamento e una nuova abside a nord nel XVII° secolo per iniziativa del comune di Lasino. La dedicazione a S. Siro, secondo lo storico don Felice Vogt, fu dovuta alla protezione del santo contro la cosiddetta febbre quartana, dovuta alla malaria, diffusa allora nell’ampia palude del Piano Sarca, che a causa delle continue alluvioni del fiume era invasa dalle acque del Sarca. È sempre stata un punto di riferimento per la comunità di Lasino sia per le processioni sia come santuario per la protezione divina (vi erano 4 ex-voto che nel corso del tempo sono stati rubati). Il piacevole pomeriggio culturale è stato allietato dall’arpa di Flora Vedovelli. M.B.













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