IL CASO

Il ponte crollato nel Sarca 45 anni prima di Genova 

In questi giorni la mente torna a quanto successo in una notte di ottobre del 1973. A causa delle forti piogge il viadotto sprofondò nel fiume e due persone morirono


di Mariano Bosetti


SARCHE. La tragedia di Genova, con il crollo del viadotto “Morandi”, oltre a far rimbalzare la notizia per verificare la situazione infrastrutturale trentina, in particolare ponti, ai fini della sicurezza per la viabilità, suggerisce anche una retrospettiva su tragici fatti del passato, legati appunto alla cronaca di questi giorni.

Nonostante siano trascorsi ormai 45 anni dal crollo del ponte sul Sarca, posto fra i due nuclei abitativi del paese all’imbocco della statale del Caffaro in direzione delle Giudicarie, è tornato alla memoria di molte persone di Sarche il tragico epilogo, avvenuto nella notte fra il 1 e 2 ottobre del 1973. L’alluvione di quell’inizio d’autunno col rigonfiamento del fiume, che usciva impetuoso dalla forra del Limarò, fece crollare l’arcata centrale del ponte e prima ancora che intervenissero i responsabili Anas o comunque le forze dell’ordine per interrompere la circolazione un’automobile con a bordo due fratelli di Bocenago (Agostino e Vigilio Agostini), proveniente dalla Giudicarie, non rendendosi conto del crollo della parte centrale finì nel fiume, trascinata dalla corrente impetuosa per centinaia di metri senza alcuna possibilità di scampo per i due occupanti del mezzo.

In effetti allora il ponte era perpendicolare all’andamento del corso d’acqua e gli automobilisti provenienti dal Limarò, prima dell’attraversamento del ponte, dovevano affrontare una curva a gomito che ne impediva la visibilità se non dopo averne iniziato l’attraversamento; inoltre allora il ponte era senza marciapiede e quindi sprovvisto d’impianto d’illuminazione. Una tragica fatalità per i due sfortunati fratelli, che probabilmente si accorsero troppo tardi dell’accaduto.

La strada venne chiusa per alcuni mesi, deviando la circolazione sulla strada comunale che dal ponte del Gobbo corre alla base del Casale per riprendere poi i tornanti del Limarò e successivamente la viabilità della statale fu assicurata mediante l’installazione di un ponte “Bailey” ad opera del Genio pontieri dell’esercito. E finalmente nel 1978 venne inaugurato l’attuale struttura in cemento armato con un profilo stradale obliquo per una maggiore visibilità e per assecondare meglio lo sviluppo della statale.

Nel 1998 il Comune di Calavino provvide con proprie risorse all’allargamento del ponte per realizzare una passerella pedonale, necessaria agli abitanti si Sarche Alta (il popolare rione del “Ghèto”) per raggiungere a piedi i servizi sociali (chiesa, scuole, ambulatorio, poste, parco giochi, area sportiva …) e commerciali del paese. Ma ora, la tragedia di Genova, fa tornare la mente al passato.

 













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