Il disco orario sul piazzale crea troppi mal di pancia 

La polemica a Lavis. Il parcheggio sul retro di palazzo Maffei da qualche giorno ha il limite Malumori fra i residenti in zona. L’assessore Fabbro: «Ora garantiamo maggiore rotazione»


DANIELE ERLER


Lavis. Da qualche giorno il parcheggio nel piazzale sul retro di palazzo Maffei a Lavis, quello vicino alla scuola materna di via dei Colli, ha il limite del disco orario. È valido soltanto dalle 8.30 alle 12 e dalle 15 alle 19, con un limite di parcheggio di due ore. La novità ha suscitato comunque qualche malumore fra alcuni residenti del centro, abituati ad utilizzarlo come parcheggio personale.

La spiegazione

Il problema però, spiegano in municipio, è proprio questo: il fatto che ci fossero auto che occupavano i parcheggi anche per giorni interi, a scapito della disponibilità per gli altri. L’assessore Andrea Fabbro spiega al Trentino i motivi della scelta: «Sono essenzialmente due. Da alcuni controlli ci siamo accorti innanzitutto che qualche persona usa il parcheggio pubblico come una proprietà esclusiva, lasciando fermo il veicolo per giorni e giorni. Così sottrae la possibilità di usufruire del posto ad altri. Il secondo motivo è che con il disco orario garantiamo una maggiore rotazione, favorendo così le attività commerciali del centro. I tempi di sosta, di due ore, sono abbastanza larghi e anche l’intervallo è ampio (la pausa pranzo è libera). Ci sono altri parcheggi in cui abbiamo verificato e interverremo per evitare che una persona occupi un posto in modo esclusivo». Significa che ci saranno altre zone a disco orario? «Non necessariamente – precisa Fabbro –. Potremmo decidere di escludere solo certi veicoli».

L’intervento della Lega

La novità si inserisce insomma in una gestione più ampia degli stalli a Lavis, anche in vista del nuovo parcheggio interrato che sarà costruito sotto alla piazza del mercato (con i lavori che dovrebbero iniziare ad aprile, come scrivevamo ieri). Ma anche della presenza di un centinaio di posti auto, questi davvero liberi, all’esterno della nuova stazione della Trento-Malé. Secondo Monica Ceccato della Lega (che in merito ha scritto un lungo post su Facebook) il problema è però che «la maggior parte delle famiglie probabilmente non ha un potenziale economico tale da potersi permettere un garage in affitto e tantomeno di comprarlo». Ci sono persone che lavorano di notte e che hanno bisogno di un posto di giorno. Ma anche anziani che non possono fare troppi passi, ricorda Ceccato. «D’altro canto – ammette – occorre considerare anche l’utilizzo degli spazi publici. C’è chi li trasforma impunemente in rimessaggio dei camper, come accade nell’area di via Rosmini, proprio perché liberi da disco orario. Esistono tante alternative per andare incontro ai residenti del centro e l’amministrazione in carica sceglie quelle che ritiene più opportune. Sta al cittadino valutarne bontà ed efficacia».

Un nervo scoperto

Il tema fa discutere, anche perché la questione dei parcheggi è storicamente un nervo scoperto a Lavis. «Ma era necessario intervenire, perché c’erano alcuni mezzi (perlopiù furgoni e camper) che se ne approfittavano, mentre gli stalli blu, quelli a pagamento, restavano vuoti – dice il vicesindaco Luca Paolazzi –. Però a Lavis ci sono parcheggi liberi alla stazione, alla cantina e ai Felti. Tutti a 500-600 metri dal centro. A Trento tutti cerchiamo di parcheggiare all’ex-Sit o in piazzale Sanseverino, pur di non pagare i parcheggi che sono in centro. E non è un problema farsi un tratto a piedi. Questa cosa sembra che a Lavis non si possa fare».















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