I turisti italiani salvano la stagione in Paganella 

Il bilancio. Tra maggio e settembre gli arrivi rispetto al 2019 (anno del record) sono calati del 20,5%, I mesi migliori, grazie agli ospiti connazionali, quelli di luglio (-4,8%) e agosto (+2,3%)


Rosario Fichera


Paganella. In attesa di una stagione invernale all’insegna dell’incertezza a causa della pandemia, l’Apt Dolomiti Paganella ha reso noti i risultati della stagione turistica estiva da poco conclusa.

Una stagione segnata dal Covid-19 e con un risultato, considerata la situazione, tutto sommato positivo che, sebbene in calo rispetto a quello record ottenuto lo scorso anno, ha fatto registrare un aumento in termini di arrivi del flusso di turisti italiani, tra cui tanti “nuovi” ospiti, con tassi di crescita importanti del segmento outdoor, in particolare per il bike.

«Questi risultati al di sopra delle attese – ha commentato il presidente dell’Apt Dolomiti Paganella, Michele Viola – si sono ottenuti grazie al grande lavoro di squadra di tutti gli attori del territorio, con l’Apt che, durante il lockdown, ha cercato d’immaginare e pianificare i diversi possibili scenari, preparando la destinazione alla flessibilità e alla reattività. Garantendo una vacanza sicura, la montagna ha ispirato fiducia nei confronti dei turisti, avvicinando nuovi target di clientela che probabilmente non ci avrebbero scelto altrimenti».

Nel periodo tra maggio e settembre gli arrivi sono stati 122.420, con una diminuzione, rispetto allo scorso anno, del 20,5%. Questo dato è importante leggerlo, però, “in controluce”, perché sul segno meno hanno inciso in modo pesante i mesi successivi al lockdown di maggio e giugno (che hanno fatto registrare, rispettivamente -98,2% e -72,8%). A luglio, grazie all’afflusso di turisti italiani, la diminuzione è stata molto più contenuta (-4,8%) con una ripresa dei flussi che ha portato ad agosto addirittura ad una crescita del 2,3%. A settembre invece il dato è sceso nuovamente (-7,1%). Ad incidere sui mancati arrivi è stata la componente straniera (-63,4%) soprattutto quella proveniente da Germania, Austria e Svizzera. Le presenze sono state più brevi, facendo registrare una diminuzione, rispetto al 2019, del 24,8%.

«Rispetto agli standard della destinazione – ha spiegato il direttore dell’Apt Dolomiti Paganella, Luca D’Angelo – la crisi sanitaria ha fatto iniziare in ritardo la stagione, facendo perdere i mesi di aprile e maggio e compromettendo giugno. Da luglio si è avuta una ripresa grazie agli italiani, attratti soprattutto dalle attività outdoor, con flussi molto importanti per il bike che ha permesso di ottenere impatti economici significativi per gli impianti di risalita, rifugi, noleggi di bici, maestri. In questo comparto la stagione 2020 ha chiuso di fatto con gli stessi numeri del 2019, pur senza stranieri e con due mesi in meno di attività».

Per l’inverno sull’altopiano c’è un clima di forte incertezza, si attendono le evoluzioni della situazione sanitaria, con una difficoltà nell'immaginare flussi di turisti stranieri da Polonia, Repubblica Ceca (che pesano circa il 23% sulle presenze totali invernali). Si sta comunque lavorando con l’obiettivo di mettere in campo tutte le azioni per rendere la vacanza invernale più sicura e fluida possibile (riduzione code, assembramenti, digitalizzazione servizi), considerando centrale anche la responsabilità dell’ospite che sarà sensibilizzato con un’apposita campagna di comunicazione.

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