Forse sul colle San Pietro nel Mille c’era un castello 

Visita agli scavi archeologici. Più di 250 persone nella chiesetta di Mezzolombardo, dove  tra numerosi altri reperti è stato trovato un basamento che fa pensare all’altare di una cappella


Anna Tava


Mezzolombardo. L’invito degli archeologi a visitare gli scavi sotto la chiesetta di San Pietro ha riscosso un forte interesse e i reperti hanno rafforzato o suggerito ipotesi agli esperti, che ora le approfondiranno. È emersa la possibilità che sul colle San Pietro esistesse, intorno all’anno mille, un castello che poi è andato distrutto; la supposizione realistica a fronte della popolosità del territorio e ora del ritrovamento di un basamento che fa pensare all’altare di una cappella. Solo altri riscontri permetteranno di rendere più solida questa tesi, che fu formulata nel secolo scorso anche dallo storico Curzel, come riporta il libro che racconta la storia della chiesa e che viene distribuito gratuitamente in biblioteca ai residenti.

Le chiese precedenti

Certa è invece l’esistenza di una chiesa precedente all’attuale, che è del 1500, già documentata ed ora definitivamente confermata dagli scavi. L’edificio precedente sarebbe stato costruito intorno al 1300 ed è poi stato abbattuto per ingrandirlo, probabilmente per volontà dal Vescovo del tempo che rispondeva così al crescente fervore religioso e poneva simboli del potere sul territorio. È stato riscontrato l’intero perimetro delle fondamenta della vecchia chiesa, in parte interne e in parte esterne all’odierna, sono emerse parti dell’antica pavimentazione e la divisione delle zone destinate ai sacerdoti e ai fedeli, oltre a preziosi frammenti di affreschi.

Nicoletta Pisu, dell’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza ai beni culturali, ha spiegato le caratteristiche della “ecclesia” più antica, rivelata dai materiali che furono usati, com’era consuetudine, per la costruzione della struttura successiva; i collaboratori della ditta Cora – Nicola Degasperi, Chiara Maggioni, Ester Zanichelli, Livia Stefan – hanno risposto ad ogni altra curiosità.

Cinquanta scheletri

Sotto il pavimento sono stati trovati una cinquantina di scheletri, ma, scavando ancora anche oltre le mura della chiesa, ne emergerebbero altri, perché i cadaveri venivano sotterrati sovrapposti oltre che affiancati, dentro e fuori e mura della chiesa. Ma lo scavo non procederà in tal senso: i resti umani saranno rimossi e analizzati nell’ambito di altri progetti e la pavimentazione sarà ripristinata secondo le regole di massimo rispetto dei manufatti d’epoca. Non è prevista la posa di vetri per rendere visibile lo scavo in quanto l’umidità invaliderebbe tale soluzione. Anche le tombe di gente abbiente, i contenitori di pietra affondati nella terra e coperti da lastre scolpite, non saranno aperte essendo già state studiate negli anni ‘50 e conosciute come loculi di intere famiglie.

Gli abitanti di Mezzolombardo, e non solo, hanno risposto numerosi all’invito, tanto che tutti i gruppi previsti erano completi, ma ad ognuno è stato permesso l’aggiungersi di altre persone non prenotate; si sono così superati i 250 visitatori, che hanno potuto soddisfare le curiosità e dimostrare il proprio attaccamento alla chiesa di San Pietro. I lavori continueranno ancora per un mese o poco più, poi la mano passerà al Comune per le opere di competenza. La chiesa, che ancora suona le proprie campane al mattino presto, appare luminosa e alleggerita di qualche segreto è ancora più amata.













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