Alunni a Paestum  nonostante il coronavirus

Cembra lisignago. Già da qualche anno l’istituto comprensivo di Cembra promuove un progetto di potenziamento dell’educazione musicale per i ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado....



Cembra lisignago. Già da qualche anno l’istituto comprensivo di Cembra promuove un progetto di potenziamento dell’educazione musicale per i ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado. Tra le iniziative, c’è anche l’ottenimento di una certificazione musicale, attraverso la St. Cecilia School of Music: così i giovanissimi musicisti possono vedere riconosciute le proprie competenze.

Anche quest’anno sette classi avrebbero sostenuto l’esame, presentandosi davanti a una commissione e a un pubblico. Non solo. Due di queste classi – la quinta della scuola primaria di Segonzano e la seconda B della scuola media di Cembra – erano state invitate a Salerno per la prima edizione di un evento musicale. «Nel corso delle tre giornate previste all’inizio di maggio, avrebbero condiviso con altre classi da altre regioni italiane un programma ricco di eventi, in un intreccio di percorsi storici e musicali – spiega l’insegnante Mirko Amoroso –. Nell’occasione avrebbero sostenuto l’esame per la certificazione proprio all’interno del parco archeologico di Paestum, messo a disposizione eccezionalmente per questo evento». Ovviamente le cose sono andate diversamente: il coronavirus ha modificato tutti i programmi. Però, almeno, nei giorni scorsi i ragazzi hanno potuto partecipare a una conferenza con gli alunni di una classe di Torino. Hanno conosciuto Andrea Iovino, direttore Bimed (l’ente di formazione per docenti che aveva promosso l’evento nel salernitano). E Gabriel Zuchtriegel che è il direttore del parco archeologico di Paestum. «Ci siamo emozionati come lo saremmo stati lì» spiegano in un diario gli alunni della quinta di Segonzano.

In un certo senso, così è nata un’amicizia che ha superato non solo i confini geografici, ma anche i limiti dettati dall’epidemia. Con i ragazzi di Torino il rapporto sarà mantenuto a distanza, in attesa di poter fare un incontro dal vivo. «La musica è davvero speciale – scrivono gli alunni –. Riesce a unire e a riempire tempi e spazi sospesi». D.E.















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